Abbracci per non litigare

Uno studio, condotto dal primatologo italiano Filippo Aureli della John Moore University di Liverpool e dal suo collega Colleen Schaffner dell’Università di Chester e pubblicato su Biology Letters, analizza come nella scimmia ragno (Ateles geoffroyi) la coesione del gruppo venga mantenuta da alcune effusioni affettuose tra i diversi individui. La scimmia ragno, infatti, costituisce comunità di circa 20-25 individui che

Uno studio, condotto dal primatologo italiano Filippo Aureli della John Moore University di Liverpool e dal suo collega Colleen Schaffner dell’Università di Chester e pubblicato su Biology Letters, analizza come nella scimmia ragno (Ateles geoffroyi) la coesione del gruppo venga mantenuta da alcune effusioni affettuose tra i diversi individui. La scimmia ragno, infatti, costituisce comunità di circa 20-25 individui che si dividono durante il giorno in sottogruppi per la ricerca del cibo e si riuniscono la sera per trascorrere la notte (società di tipo fission-fusion). E’ stato segnalato un comportamento molto complesso al momento della riunione dei diversi gruppi, basato su lunghi e intensi abbracci e interazioni amichevoli con lo scopo di dimostrare i propri intenti non ostili.

I ricercatori hanno studiato due comunità di scimmie ragno residenti nella penisola messicana dello Yucatan, segnalando ben 195 eventi di effusione a cui si accompagna raramente un comportamento aggressivo, dimostrando la natura distensiva di questi gesti, che vengono dunque messi in atto per saldare i rapporti tra individui. Il momento della riunione tra gruppi, spiega Aureli, “rappresenta un momento di possibile tensione in cui i diversi individui sono propensi allo scontro. La sequenza di abbracci costituisce un modo di risolvere i conflitti”.

 Dell’articolo originale è disponibile l’abstract.

La fotografia di Lea Maimone è tratta da Wikipedia.

Andrea Romano