Alleanza Uomo-Scimpanze’ contro il vaiolo

Sembra fantascienza, ma anticorpi ibridi da umani e scimpanze’ ci proteggeranno forse un giorno contro la temuta malattia virale. Lo suggerisce uno studio condotto da ricercatori del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) e apparso in questi giorni su Variola major, appartiene alla famiglia Orthopoxviridae e ha infettato per millenni gli esseri umani. Il virus vaccinico (Vaccinia virus)

Sembra fantascienza, ma anticorpi ibridi da umani e scimpanze’ ci proteggeranno forse un giorno contro la temuta malattia virale. Lo suggerisce uno studio condotto da ricercatori del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) e apparso in questi giorni su PNAS.

Il virus del vaiolo, Variola major, appartiene alla famiglia Orthopoxviridae e ha infettato per millenni gli esseri umani. Il virus vaccinico (Vaccinia virus) fu utilizzato per la prima volta da Edward Jenner, nel 1796, per la formulazione del primo vaccino, appunto quello antivaioloso. Il vaccino antivaioloso attuale è tuttora composto da un ceppo artificiale del virus Vaccinia, ottenuto nel corso degli anni coltivando il virus del vaiolo sulla cute dei bovini. Esso contiene virus vivo attenuato, e per questo si riscontrano molti effetti collaterali. Nonostante l’annuncio ufficiale dell’eradicazione nel mondo di Variola major alla fine del 1979 (in Italia la vaccinazione e’ stata abolita nel 1982), non puo’ essere purtroppo sottovalutato il rischio di attacchi terroristici: e’ di questi giorni la notizia che negli USA 500.000 dipendenti pubblici saranno prossimamente vaccinati. Le complicanze della vaccinazione anti-vaiolosa (encefalite postvaccinica, vaccino generalizzato, eczema vaccinatum) e i temibili effetti di un attacco bio-terroristico potranno essere scongiurati grazie ad una combinazione di anticorpi umani e di scimpanze’, che si sono rivelati piu’ efficaci delle VIG (anti-vaccinia immunoglobuline, un gruppo di immunoglobuline estratte dal sangue di individui gia’ immunizzati contro la malattia) che rappresentano l’attuale cura contro le complicanze eventualmente sviluppate da individui immunodepressi, da neonati e donne in stato di gravidanza.

Il primo passo dello studio, condotto dai medici Robert H. Purcell e Bernard Moss, e’ stato quello di ottenere anticorpi ibridi derivati da Fabs (Fragment Antigen Binding: frammento specifico che si lega all’antigene, posto all’estremita’ dell’anticorpo) estratti da midollo di scimpanze’ successivamente “umanizzati” attraverso l’inserzione di opportune sequenze umane. La ricerca e’ poi proseguita sia in vitro che trattando topolini infettati con il virus contenuto nel vaccino. I due anticorpi ibridi ottenuti. denominati 8AH7AL e 8AH8AL sono stati capaci di riconoscere e neutralizzare la glicoproteina virale B5, responsabile della trasmissione del virus da cellula a cellula. Nell’esperimento condotto in vitro presso il Center for Disease Control and Prevention di Atlanta (che insieme ad un centro russo e’ l’unico al mondo a custodire il virus del vaiolo), l’anticorpo 8AH8AL e’ stato in grado di neutralizzare sia il Vaccinia virus che direttamente il virus Variola major. I topolini infettati e inoculati con lo stesso anticorpo sono guariti dall’infezione, mentre quelli non trattati non sono sopravvissuti. L’anticorpo ha dimostrato efficacia anche se inoculato a 48 ore dall’esposizione al virus, con un effetto nella rispresa dei topolini migliore persino delle VIG. Il Dr. Purcell e’ convinto che questi anticorpi ibridi siano decisamente promettenti in tutti i trattamenti che prevedono oggi l’uso delle VIG, e anche per sviluppare un vaccino piu’ efficace e meno pericoloso di quello oggi a disposizione. La comunita’ scientifica deve farsi trovare pronta, nel malaugurato caso in cui fosse necessario ricorrere nuovamente a vaste campagne di vaccinazione.

Paola Nardi