Anche coccodrilli ed ippopotami nella dieta degli antichi ominidi

Uno dei passaggi ritenuti fondamentali per l’incremento della taglia cerebrale nella linea evolutiva che ha portato alla nostra specie è stata la transizione da un a dieta quasi esclusivamente a base di semi, frutta e radici, ad una onnivora con l’introduzione della carne. L’alto contenuto di proteine di questo alimento avrebbe infatti fornito il fabbisogno calorico necessario per poter sostenere

Uno dei passaggi ritenuti fondamentali per l’incremento della taglia cerebrale nella linea evolutiva che ha portato alla nostra specie è stata la transizione da un a dieta quasi esclusivamente a base di semi, frutta e radici, ad una onnivora con l’introduzione della carne. L’alto contenuto di proteine di questo alimento avrebbe infatti fornito il fabbisogno calorico necessario per poter sostenere il costo di un encefalo di grandi dimensioni.

L’introduzione della carne nella dieta degli antichi ominidi avvenne, secondo quanto emerge da un recente articolo sulla rivista PNAS, circa 2 milioni di anni fa, quando i nostri antenati che vivevano nelle regioni orientali dell’Africa iniziarono a consumare una svariata gamma di animali. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Città del Capo ha infatti analizzato i resti di insediamenti umani rinvenuti alcuni anni or sono nella Koobi Fora Formation, nel nord del Kenya, in cui furono dissotterrati centinaia di utensili e ossa fossili.

Dalle analisi emerge la presenza di numerosi strumenti da taglio tipici dell’industria oldowaiana accompagnati dai resti di svariate specie animali, che probabilmente costituivano le prede delle popolazioni locali. Ma ciò che più ha stupito i paleoantropologi è la straordinaria varietà di queste ossa, appartenenti a mammiferi, come ippopotami e antilopi, rettili, quali coccodrilli e tartarughe acquatiche, ma anche pesci e uccellli, ad indicare come la dieta dei nostri antenati fosse piuttosto variegata ancor prima della comparsa di Homo ergaster/erectus. Anche i segni di taglio e percussione sulle ossa suggeriscono un consumo abituale di questi animali come fonte di cibo mediante l’utilizzo di strumenti appositamente fabbricati.

Oltre alle numerose evidenze di macellazione degli animali (oltre ai segni di taglio sono stati rinvenuti, ad esempio, chiari indizi di estrazione del midollo ed eviscerazione), sembra chiaro che le prede non venivano cacciate attivamente, in quanto non sono stati ritrovati strumenti atti a tale scopo. E’ più probabile, aggiungono i ricercatori, che i nostri antenati raccogliessero le carcasse degli animali nell’ambiente, forse competendo con i carnivori locali.

L’utilizzo di carne era già stato documentato in popolazioni di ominidi di quel periodo o anche precedenti, ma si trattava di episodi che sembravano isolati. La sistematicità e l’efficienza nell’accumulo e nel consumo di animali a scopo alimentare documentato in Kenya, conclude lo studio, potrebbe essere stato un passaggio chiave per l’acquisizione delle sostanze necessarie allo sviluppo e al mantenimento di un cervello di grandi dimensioni.

Andrea Romano

Riferimenti:
David R. Braun, John W. K. Harris, Naomi E. Levin, Jack T. McCoy,  Andy I. R. Herries, Marion K. Bamford, Laura C. Bishop, Brian G. Richmond,  Mzalendo Kibunjia, Early hominin diet included diverse terrestrial and aquatic animals 1.95 Ma in East Turkana, Kenya. PNAS 2010 107 (22) 10002-10007; published ahead of print June 1, 2010, doi:10.1073/pnas.1002181107

Foto di Andrea Romano