Aumentano i gorilla di montagna!

Finalmente una buona notizia dal mondo della conservazione della fauna selvatica: le popolazioni del gorilla di montagna (Gorilla gorilla beringei) starebbero attraversando una fase di incremento demografico. Questa informazione perviene dall’ultimo censimento effettuato nel Bwindi Impenetrable National Park, in Uganda, tra i mesi di aprile e giugno del 2006. La popolazione di gorilla residente in questo parco sarebbe aumentata di

Finalmente una buona notizia dal mondo della conservazione della fauna selvatica: le popolazioni del gorilla di montagna (Gorilla gorilla beringei) starebbero attraversando una fase di incremento demografico. Questa informazione perviene dall’ultimo censimento effettuato nel Bwindi Impenetrable National Park, in Uganda, tra i mesi di aprile e giugno del 2006. La popolazione di gorilla residente in questo parco sarebbe aumentata di circa il 6% dal momento dell’ultima stima demografica eseguita, risalente al 2002.

Secondo l’ultimo censimento, che ha visto per la prima volta l’utilizzo di analisi genetiche su campioni fecali per l’identificazione individuale, nel parco ugandese si conterebbe oggi una popolazione di 340 gorilla. Questo dato si contrappone ai 320 individui contati nel 2002 e i 300 nel 1997, a segnalare come la popolazione sia in salute. Il censimento ha anche previsto la divisione degli individui in fasce di età, sottolineando la presenza di numerosi giovani e piccoli ancora dipendenti dalle madri. Questo rappresenta senz’altro un ulteriore dato confortante. Inoltre, è stata segnalata la presenza di alcuni gruppi in zone fin’ora mai abitate.

Questo andamento positivo rispecchia quello di un’altra regione abitata storicamente dai gorilla e situata ai confini di Uganda, Rwanda e Repubblica Democratica del Congo. Nel complesso, nelle due zone si contano circa 720 esemplari, un risultato dei grandi sforzi per la conservazione di questi straordinari Primati. Si tratta, infatti, di uno dei pochi casi conosciuti in cui piccole popolazioni di Primati in pericolo siano in fase di crescita positiva.

Alla ricerca hanno preso parte numerose associazioni per la conservazione e la protezione delle specie animali, tra cui l’ Uganda Wildlife Authority (http://www.uwa.or.ug/bwindi.html), la Wildlife Conservation Society (http://www.wcs.org/), il Max Planck Institute of Anthropology (http://www.eva.mpg.de/index.htm), l’ Institute of Tropical Forest Conservation (http://www.itfc.org/index.htm), International Gorilla Conservation Programme (IGCP) e il World Wide Fund for Nature (WWF).

La foto è tratta da Wikipedia.

Andrea Romano