Archivio autore: Andrea Romano

Abbracci per non litigare

Uno studio, condotto dal primatologo italiano Filippo Aureli della John Moore University di Liverpool e dal suo collega Colleen Schaffner dell’Università di Chester e pubblicato su Biology Letters, analizza come nella scimmia ragno (Ateles geoffroyi) la coesione del gruppo venga mantenuta da alcune effusioni affettuose tra i diversi individui. La scimmia ragno, infatti, costituisce comunità di circa 20-25 individui che

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Pensare al futuro…

I Corvidi sono sempre stati riconosciuti come una famiglia di uccelli dotata di elevate capacità cognitive, tuttavia poche persone si sarebbero aspettati quello che è stato scoperto in un recente studio, pubblicato nel numero odierno di Nature. Sembra, infatti, che gli individui appartenenti alla specie Aphelocoma californica, corvide che vive nella regione orientale degli Stati Uniti e in Messico, siano in grado di

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Ladri di veleno

Il serpente Rhabdophis tigrinus, appartenente alla famiglia dei Colubridi e proliferante in Giappone, fino ad oggi era conosciuto come un semplice rettile velenoso. Uno studio, pubblicato sul numero odierno della rivista Proceedings of the National Academy of Science, ha sottolineato come questo serpente tragga il veleno, che viene utilizzato nella caccia e nella difesa dai predatori, da alcuni rospi velenosi

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Cannibalismo e paternità

Esistono numerosi studi teorici ed empirici che suggeriscono come il comportamento dei maschi nei confronti della prole sia fortemente influenzato dalla certezza della paternità. In particolare, le cure parenali maschili risultano tanto maggiori quanto più è manifesta la fedeltà della propria compagna. Uno studio, condotto da Suzanne M. Gray e collaboratori della Simon Fraser University di Burnaby (Canada) e pubblicato

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Il costo della predazione

Uno studio condotto da Chris Carbone e collaboratori dell’Institute of  Zoology di Londra ha modellizzato la strategia trofica dei carnivori in termini di costi e benefici. I risultati di questa teorizzazione hanno portato alla conclusione che i carnivori terrestri possono arrivare a pesare al massimo circa una tonnellata, limite oltre il quale la cattura delle prede conferirebbe loro meno benefici dal

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Il primo uomo d’Europa

Un gruppo di ricercatori della Washington University a St. Louis ha rinvenuto il più antico cranio completo appartenente ad un essere umano moderno vivente in Europa. Il reperto, scoperto a Pestera cu Oase, in Romania, risalirebbe a circa 35.000 anni fa secondo una datatazione effettuata con la tecnica del radiocarbonio. I tratti somatici del cranio evidenzierebbero caratteristiche tipiche dell’uomo moderno affiancate, tuttavia, ad

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Le radiazioni adattative degli anfibi

La classe degli anfibi è universalmente considerata quella a più alto rischio di estinzione tra i vertebrati. Negli ultimi anni, stiamo assistendo ad un declino a livello globale di questi animali, in relazione alle loro caratteristiche anatomiche. Presentano, infatti, una pelle dotata di pori che assorbe le tossine e che rende loro suscettibili ad infezioni batteriche e fungine. Inoltre, la loro

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Il volume del cervello predice le probabilità di sopravvivenza

Uno studio, effettuato da un gruppo di ricercatori del Centro per le Ricerche Ecologiche e le Applicazioni alla Silvicoltura di Barcellona e pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society Biological Sciences, sembrerebbe dimostrare una correlazione diretta tra la voluminosità del cervello e le probabilità di sopravvivenza negli uccelli. Questa ricerca comparativa, che ha preso in cosiderazione 236 specie di uccelli

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Fossili da museo

I fossili appena rinvenuti conterrebbero circa sei volte il DNA presente nei reperti conservati nei musei. Inoltre, presenterebbero il doppio delle sequenze geniche in buono stato. Questa notizia, pubblicata sulla rivista PNAS, è il risultato del lavoro di un gruppo di ricercatori dell’Institut Jacques Monod di Parigi. La causa di questa discrepanza sarebbe attribuibile ai processi di conservazione e ai trattamenti subiti dai

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Vivere bene con poca variabilità genetica

Uno studio pubblicato su Proccedings of the Royal Society dimostra come nelle popolazioni di due specie affini di albatross (Diomedea exulans e Diomedea amsterdamensis) siano in grado di vivere nonostante un bassissimo livello di variabilità genetica intraspecifica. Minuziose analisi genomiche sembrano far pensare che questo basso tasso di variabilità, pari a circa un terzo del valore minimo riscontrato nelle altre specie di vertebrati

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Alte temperature soffocano i pesci

Il riscaldamento dei mari e degli oceani sta avendo effetti drammatici sulla fisiologia di alcuni pesci, fino a non permettere loro di respirare in acque troppo calde. Una dimostrazione di questo fenomeno arriva dagli studiosi Hans Pörtner e Rainer Knust dell’ Alfred Wegener Institute for Polar and Marine Research di Bremerhaven, Germania, sulle pagine di Science. I due giovani ricercatori

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