Carnevale della Biodiversità – Biodiversità e adattamenti

Così giovane e già così riflessivo, potrebbe essere il titolo di questa “edizione” del Carnevale della biodiversità. Questo perché molti contributi sono considerazioni quasi filosofiche o teoriche (non spaventatevi) su alcuni aspetti della biologia. E che aspetti: adattamenti, convergenza, divergenza, nicchia, selezione naturale eccetera. Nonostante il titolo, però, non è facile trovare un filo unico che colleghi tutti i post,

Così giovane e già così riflessivo, potrebbe essere il titolo di questa “edizione” del Carnevale della biodiversità. Questo perché molti contributi sono considerazioni quasi filosofiche o teoriche (non spaventatevi) su alcuni aspetti della biologia. E che aspetti: adattamenti, convergenza, divergenza, nicchia, selezione naturale eccetera. Nonostante il titolo, però, non è facile trovare un filo unico che colleghi tutti i post, ma questo è il bello di un Carnevale: magari non lo trovo io, o quello che mi sembra di intravedere è sottile come un flagello batterico, ma i lettori riescono a farsi un’idea più chiara della biologia leggendo i blog partecipanti. A dire la verità io posso dire che alcuni di loro hanno cercato in tutti i modi di smentire il titolo generale del Carnevale, e invece di parlare di lotta costante hanno parlato di cooperazione. Non mi dispiace affatto, perché è proprio lo stesso approccio che ho usato io…


Il post che mi da lo spunto per partire ci viene da Continuo proceso de cambio. È curioso e interessante perché parla di una specie di “verme” con uno dei metabolismi più strani di cui abbia mai sentito parlare; e guardate che quando si tratta di cose strane in biologia sono uno dei primi in Italia. Insomma questa specie, con l’aiuto di altre, è sul punto di attraversare il sottile confine tra mondo animale e vegetale. Un intreccio di simbiosi e adattamenti comportamentali che smentisce quasi tutto quello che sappiamo sulla natura “rossa di sangue nei denti e negli artigli”. Insomma, si può vivere anche in pace, se si intende la competizione anche come cooperazione.


Di cooperazione e di convergenza parla NaturaMat3matica, un nuovo arrivato, per così dire, nel Carnevale. Che illustra come una pianta parassita, nonostante non faccia la fotosintesi, utilizzi gli stessi enzimi che caratterizzano le piante verdi. E che sono presenti in quella specie di condominio che sono le cellule vegetali e in particolare i cloroplasti.


Come dicevo sopra, anch’io (qui sotto) mi sono buttato sulla cooperazione. Ma invece di parlare di unione d’intenti fra specie diverse, mi sono dedicato ai gruppi di animali, che sono gli “organismi” che più mi interessano, direi da sempre. Il caso che ho trattato è più uno spunto che altro, e il gruppo e le sue conseguenze (sono pesciolini quasi insignificanti, ma molto interessanti) spero incuriosirà qualcuno. Per la prossima puntata ho un altro caso di cooperazione, fra l’altro.


Un blog, BiosprojectEarth, affronta invece uno dei più intricati “sistemi di adattamento” che ci siano, cioè il mimetismo e l’aposematismo. Animali che assomigliano a piante, piante che sembrano animali, specie innocue che prendono l’aspetto di quelle velenose. L’intreccio è veramente complicato, e credo che dopo questo post qualcuno tornerà a parlarne. È un argomento troppo interessante.


Ben cinque post adottano una prospettiva simile tra loro (anche se non credo che neppure si conoscano) diversa da quelli precedenti, cioè l’interazione tra ecologia ed evoluzione, che anche la scienza sta faticosamente cercando di districare. Il pollice del panda inizia spiegandoci, con la maestria dei disegni (grandi invidia!!), cos’è la nicchia ecologica. E lo fa, non posso fare a meno di pensarlo, in un modo che se fosse adottato in qualsiasi scuola renderebbe meno tediose le lezioni di biologia. Nello spazio (ampio ma non illimitato) di un post riesce a infilarci una serie amplissima di concetti eco-evolutivi. Che sono solo un assaggio di un prossimo Carnevale, spero.


Adesso che sapete cos’è la nicchia, ecco un bel post, che viene da Bottiglie di Leida, che spiega cos’è successo all’università dell’evoluzione, le Galapagos, nella nicchia dei fringuelli (che non sono fringuelli, ma se vogliamo zigoli – Emberizidae). La situazione, studiata da quelle due stupende persone che sono i Grant, è intricata a dire poco. Ma il post chiarisce parecchi punti oscuri (oscuri per me), introducendo anche concetti come l’esclusione competitiva e la coesistenza. Insomma, anche qui un pizzico di ecologia.


Un post “ecologico” è anche quello di Evolveordie: che riesce a scovare in giro per il mondo esempi (degni quasi dell’Orologiaio miope) di animali strani, tutti uniti dallo sfruttamento della nicchia ecologica del picchio. Sapete, quell’animale che dovrebbe soffrire di terribili mal di testa ma non ha problemi perché l’evoluzione ci ha pensato. Insomma, in giro per il mondo, dove non ci sono picchi, ci sono tante altre specie che cercano grassi bruchi sotto le cortecce con tutti i mezzi. Et voila, i bruchi sono fregati.


Ha pensato a suo modo all’ecologia anche l’autore di un trattatello su una specie molto particolare. E dico trattatello perché è un post lungo e straordinariamente accattivante. Adriano (il titolare del blog Varie ed eventuali) racconta la storia dei suoi incontri con una specie simbolo dell’ambiente italiano, il pino loricato, e dei suoi adattamenti a un ambiente complicato anzichenò. Con foto decisamente belle, fra l’altro. E un gran bel titolo.


Sempre di piante tratta anche il post di Meristemi. Più che di post io parlerei di racconto – neanche tanto breve; perché del vero racconto (di fantascienza, fra l’altro) ha la struttura, l’impatto e la scrittura. Parla di adattamenti alla colonizzazione; lotta per la vita, insomma, ma con un punto di vista particolare. Insomma, non affrontatelo con lo stesso piglio di altri post. Mettetevi comodi e cominciate a leggere.


Scientificando si butta quasi totalmente sull’ecologia, con un post su un concetto abbastanza misterioso e dibattuto, quello di equilibrio ecologico. Che si raggiunge con competizioni intra e interspecifiche (ma più sotto un altro post si dimostrerà non essere d’accordo), predazione, mutualismo e soprattutto con le dinamiche proprie dell’evoluzione.


Andiamo sul concreto e tuffiamoci nel mondo dei campioni degli adattamenti, gli insetti. Nel senso che, a parte le dimensioni, per questi artropodi non ci sono limiti alla fantasia. Ne parla Oryctes Frammenti di natura; la natura li plasma e li trasforma nelle strutture più bizzarre. Che però hanno tutte una spiegazione, che sia convergenza evolutiva, che sia competizione, che sia necessità di predazione. Anche qui, c’è una stringente logica evolutiva. Ma con una fantasia insuperata da tutti gli altri gruppi animali


Quando gli esempi di evoluzione e competizione sono sviscerati, il tutto diventa più appassionante. È quello che fa Mygenomix, che sbircia nella vita complicata di un serpente che ha fatto della specializzazione culinaria, un po’ alla francese, la sua (ehm…) specialità. Non accenno a niente, per non rovinarvi la sorpresa.


Paperfish. Fishbiology in progress da il via ai blog un po’ più teorici. Che non vuol dire difficili o noiosi, ma che prendono in esame aspetti importanti dell’elaborazione della teoria dell’evoluzione. E parla di adattamenti nell’intero mondo degli abitanti delle acque (i pesci, ovviamente) e li usa per spiegare come ci si è arrivati e come spingono alla specializzazione, o alla flessibilità, o alla competizione, o alla cooperazione (ancora? Ancora).


Pesci, adattamenti, teoria. Per Mahengechromis Divagazioni di un ciclidofilo il post è nel titolo, Specializzarsi per fare di tutto, che nell’apparente contraddizione si addentra in un caso – per me – meraviglioso di interazione tra evoluzione, predazione, competizione ed ecologia. Una spiegazione sottile e non banale, direi quasi controintuitiva (come dev’essere tutta la divulgazione, sia detto per inciso), di un caso che riguarda ovviamente i pesci più interessanti che ci siamo, i ciclidi…


E se nella ricetta dei blog inserissimo anche un po’ di paleontologia come esempio di un aspetto dell’evoluzione? Eccovi serviti. Theropoda si addentra nella spiegazione dell’adattamento prendendo come esempio gli uccelli, l’ala e come ci si è arrivati. Per volare, direte voi. Per niente, dice Andrea, il titolare. Sottili distinzioni, disamine storiche, un pizzico di teoria. Da assaporare, diciamo.


Ma non è finita con i concetti. Gravità zero parla di una “cosa” strana, gli apparati vestigiali, gli avanzi dell’evoluzione che ci ritroviamo in giro per il corpo, dal coccige alla plica semilunare (!). Sapete, quelle cose che neppure gli intelligentoni del Progetto intelligente possono spiegare. Il tutto si conclude con due interviste a un famoso filosofo della biologia, Telmo Pievani.


Se però vogliamo veramente attenerci al tema, alla competizione vera e propria, vi invito a leggere il primo (e spero non ultimo) contributo internazionale del Carnevale. È di E–ducereX; è in inglese e parla della vera e propria guerra che ogni tanto si scatena tra bande di scimpanzé. Altro che competizione teorica o metaforica, questi si uccidono veramente. Ma come tutti i biologi evoluzionisti, Mario – il titolare del blog – si chiede perché, uno dei tanti perché della biologia. La risposta è più difficile del previsto. E quindi molto più interessante.


Questa seconda edizione va verso la fine con un post quasi senza esempi, senza troppi animali né piante. C’è molta teoria, idee, ipotesi e brillanti speculazioni, nel senso migliore del termine. È ovviamente sull’Orologiaio miope, e avanza l’ipotesi che l’unica competizione che conti sia quella intraspecifica. Lisa (e un amico comune che ha partorito l’idea) sanno che non sono proprio d’accordo sull’ipotesi, che spero sinceramente di aver capito. Ma so riconoscere le intelligenze brillanti che ci sono dietro. E, queste, brillanti lo sono sul serio.


Il Carnevale si conclude con un post che ho colpevolmente (mea culp, mea culpa eccetera) dimenticato di segnalare. È di Dario Bressanini, uno dei più famosi blogger scientifici della rete, che ripercorre su Scienza in cucina, con gran piglio giornalistico ma ottimi approfondimenti, le basi di tutti gli adattamenti evolutivi, il genoma. È, per di più, in una specie domestica e alla quale moltissimi sono decisamente interessati, cioè la vite. Un pezzo di bravura divulgativa. E non lo dico per farmi perdonare da Dario; leggete, e sappiatemi dire se non ho ragione.

Per tornare all’inizio, come in un processo circolare, mi ha colpito quello che si potrebbe definire uno slogan di questo secondo Carnevale della biodiversità. Nelle prime righe del post il titolare, Maurizio Casiraghi, cita una frase di Mayr, che recita “In biologia vi è una sola legge fondamentale. Tutte le leggi hanno delle eccezioni”. Pensateci, quando avrete finito di leggere i post.


Arrivederci alla prossima edizione, che si terrà il 12 aprile presso la magione di
Mahengechromis Divagazioni di un ciclidofilo. Ma vi terremo informati.

Tratto da Leucophaea, il blog di Marco Ferrari