Carpe diem per maturare sessualmente

L’arrivo di un nuovo maschio dominante in un gruppo di babbuini gelada può implicare l’improvvisa maturazione sessuale delle femmine del gruppo

In uno studio pubblicato sulla rivista Current Biology e condotto da un gruppo di ricercatori della Stony Brook University di New York, dell’Arizona State University e dall’Università del Michigan, si è per la prima volta osservato un processo di maturazione sessuale femminile precoce, indotta dalla presenza di un maschio in mammiferi in libertà. Un fenomeno già documentato in passato ma solo in cattività. Si è osservato, in particolare, come l’arrivo di nuovi maschi dominanti in vari gruppi di babbuini gelada (Theropithecus gelada), nel Parco Nazionale dei Monti Simien, in Etiopia, abbia portato improvvisamente alla pubertà molte femmine ancora immature su un campione di circa ottanta femmine in quattordici anni di osservazione.

Generalmente le comunità di babbuini gelada sono molto vaste e divise in tanti sottogruppi composti da una decina di individui ciascuno, con un solo maschio riproduttore presente. Ogni maschio riesce mediamente a detenere il controllo sulla riproduzione per circa tre anni, con un massimo osservato di otto, oltre i quali un nuovo maschio, esterno al gruppo, ne prende il posto. Si è così osservato come questo cambiamento all’interno dei vari gruppi potesse innescare in tutte le femmine ancora sessualmente immature un significativo incremento dell’attività ormonale da cui è dipesa la maturazione di tutte quelle più anziane di tre anni e mezzo, altrimenti troppo giovani. Solitamente, l’età a cui viene raggiunta la maturità sessuale nelle femmine di gelada è di quattro anni e mezzo con la prima gravidanza a circa sei anni, su circa quindici anni di vita. 

Si sono così osservate cinquantuno femmine, più giovani dell’età in cui solitamente viene raggiunta la maturità sessuale femminile, maturare in anticipo (effetto Vandenbergh). Un fenomeno le cui cause sono ancora incerte, ma forse legate, secondo i ricercatori, all’opportunità di dare maggiori garanzie di sviluppo alla propria prole. I cuccioli concepiti con un nuovo maschio dominante, subito dopo il suo arrivo, avrebbero, infatti, da questo protezione, essendone figli, e contemporaneamente buone possibilità di diventare adulti prima che un altro maschio lo sostituisca. In questo modo, si eliminerebbero così due concreti pericoli. È frequente, infatti, che un nuovo maschio uccida al suo arrivo i cuccioli già presenti, figli del precedente maschio dominante, per poter concepire con le femmine del gruppo nuova prole. Infatti, tramite l’infanticidio, il maschio svincola le femmine dalle cure parentali, rendendole sessualmente ricettive in tempi più rapidi, e quindi garantendo una maggior fitness al nuovo capobranco. Questo fenomeno è comunemente osservato in natura in molti primati ma anche, ad esempio, nei leoni. In secondo luogo, l’arrivo di un nuovo maschio durante la gravidanza potrebbe indurre un aborto spontaneo (effetto Bruce), altro fenomeno maschio-mediato osservato nei mammiferi sia in cattività che in libertà. 

Si è poi osservata anche la maturazione sessuale di altre nove femmine in ritardo, perché più anziane rispetto all’età in cui solitamente viene raggiunta la maturità sessuale femminile. Un fenomeno osservato in precedenza solo in cattività e, secondo i ricercatori, dovuto alla permanenza del padre di queste come unico maschio nel gruppo per un periodo troppo lungo, tale da averne inibito lo sviluppo. Di consueto, infatti, riprodursi tra consanguinei è svantaggioso, in quanto rende più probabile la trasmissione ereditaria di caratteri deleteri recessivi alla prole. Al contrario, l’accoppiamento con individui non consanguinei è invece più vantaggioso in quanto garantisce una prole con ampia diversità genetica. L’arrivo di un nuovo maschio quindi le avrebbe indotte a maturare sessualmente rendendole così disponibili a riprodursi. 

Per l’osservazione di queste maturazioni maschio-mediate si sono analizzati principalmente due caratteri nelle femmine di gelada, quali la variazione di intensità del gonfiore e del rossore della pelle del petto, in parte glabro e utilizzato come indicatore sessuale, e il livello di estrogeni nelle loro feci. Caratteri indotti, secondo lo studio, probabilmente da una reazione neuroendocrina innescatasi nelle femmine del gruppo in seguito all’arrivo di un nuovo maschio riproduttore. 

Secondo lo studio, infine, i processi endocrini endogeni, alla base dei comportamenti osservati nei babbuini gelada, potrebbero governare allo stesso modo tutti i processi di maturazione sessuale maschio-mediata osservati nei mammiferi, indipendentemente dall’età della femmina in relazione all’età media di raggiungimento della maturità sessuale. Per questa ragione i ricercatori propongono che questi fenomeni vengano considerati tutti insieme anche in futuri studi, mirando a comprenderne meglio meccanismi e funzioni.

Fonte:
Amy Lu, Jacob A. Feder, Noah Snyder-Mackler et al. Male-mediated maturation in wild geladas. Current Biology, published online on November 05, 2020.

Image credit: BluesyPete, CC BY-SA 3.0, attraverso Wikimedia Commons