Archivio categoria: Biologia molecolare

Scoperto un preadattamento biochimico nelle proteine G

Un gruppo di ricercatori dell’Universita’ di Toronto ha pubblicato sulla prestigiosa rivista Proceedings of the National Academy of Sciences uno studio compiuto utilizzando metodi statistici di Maximum Likelihood per ricostruire la sequenza di DNA ancestrale di un recettore della sottofamiglia C delle proteine di tipo G. Le proteine di tipo G comprendono alcune delle piu’ importanti proteine transmembrana presenti negli

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L’evoluzione degli organismi pluricellulari chiarita dalle amebe sociali

La biologa evolutiva Sandie Baldauf, dell’Universita’ di York e la biochimica Pauline Schaap, dell’Universita’ di Dundee lo hanno recentemente riportato sulle pagine di Science, dando dettagliate informazioni molecolari sul gruppo Dictyostelia, che presenta una notevolissima diversificazione genetica. Questo albero filogenetico e’ stato ottenuto confrontando le informazioni sulla forma della singola cellula e della struttura multicellulare che le singole specie di

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Prove di sistema immunitario negli anfiossi

Ne sono convinti alcuni scienziati di due universita’ della Florida, che studiano gli anfiossi (in particolare Branchiostoma floridae), piccoli cefalocordati, cioe’ “quasi” vertebrati che affollano i fondali di Tampa Bay. David Ostrov e il suo collega Gary Litman hanno studiato questi organismi alla ricerca delle caratteristiche principali del loro sistema immunitario, particolarmente efficace, e hanno scoperto che anch’esso e’ di

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Il gene mancante e la nostra origine di mammiferi notturni

Lo afferma il biologo Jim Bellingham della University of Manchester in un articolo apparso su PLoS Biology. Dopo la recente scoperta  in tutte le classi dei  vertebrati (dallo xenopo liscio, un anfibio africano, ai topi, agli umani) del gene della melanopsina (Opn4), un fotopigmento presente in alcuni fotorecettori interni della retina, si riteneva che esso fosse un vero e proprio

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Dalla bioinformatica, una conferma all’ipotesi del “Mondo a RNA”

La scoperta è di tre ricercatori cinesi, Ma W, Yu C e Zhang W, del College of Life Sciences di Wuhan (Cina), che con una simulazione al computer hanno provato la validità dell’ipotesi del “mondo a RNA”. Proposta per la prima volta da Carl Woese (1967), ma battezzata dal premio Nobel per la chimica Walter Gilbert, quest’ipotesi propone in sostanza

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Il genoma piu’ piccolo

E’ Nancy Moran, biologa evolutiva della University of Arizona, a dare oggi l’annuncio della scoperta dalle pagine di Science. Il genoma di questo batterio e’ stato da poco completamente sequenziato dai colleghi giapponesi della Moran, Nakabachi e Hattori: i ricercatori sono rimasti davvero stupiti nel verificare che poco meno di 160.000 basi (contro i nostri tre miliardi) costituiscono l’intero patrimonio

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Il Nobel per la Medicina e la Fisiologia assegnato a due ricercatori americani per le loro scoperte sull’interferenza dell’ RNA a doppio filamento nella regolazione genica

Era già noto in quegli anni che mediante l’introduzione, in una cellula eucariote, di molecole di RNA con sequenza nucleotidica uguale a quella dell’RNA trascritto a partire da un qualunque gene, era possibile interferire con il funzionamento del gene stesso, ottenendo che la proteina corrispondente non venisse sintetizzata; questo effetto era interpretato come la semplice conseguenza dell’ibridazione dell’RNA introdotto con

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Epìstasi e complessità del genoma

Uno dei risultati collaterali di queste modalità di funzionamento del genoma è che spesso mutazioni che avvengono su un gene hanno effetti assolutamente diversi da quello che ci si attenderebbe considerando singolarmente l’espressione del gene mutato, poiché essa viene mascherata,  dalla funzionalità di un altro gene. Questa “deviazione” o “copertura” degli effetti fenotipici attesi in conseguenza di una mutazione, viene normalmente

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L’aggressivita’ del moscerino

Potete approfondire questo aspetto della personalita’ di Drosophila melanogaster leggendo l’articolo della genetista Trudy Mackay, della North Carolina Sate University, pubblicato su PloS Genetics. In un esperimento di selezione artificiale condotto su tre gruppi di moscerini, sono stati infatti individuati alcuni geni la cui espressione modula l’aggressivita’ dei piccoli insetti. Per ben 28 generazioni i tre gruppi sono rimasti separati,

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L’arvicola e l’evoluzione

J. Andrew DeWoody, genetista alla Purdue University, studia da tempo la genetica delle arvicole e ha scoperto alcuni tratti del genere Microtus davvero interessanti. Le oltre sessanta specie studiate si sono prodotte tra 500.000 e due milioni di anni fa, e cio’ significa che il tasso di speciazione di questi mammiferi e’ quasi cento volte superiore a quello mediamente presentato

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Speciazione cromosomica

Un meccanismo di trasposizione genica all’origine della speciazione è stato dimostrato dai ricercatori della University of Rochester, New York con l’articolo: John P. Masly, Corbin D. Jones, Mohamed A. F. Noor, John Locke, H. Allen Orr . Gene Transposition as a Cause of Hybrid Sterility in Drosophila. Science 313 (5792): 1448 – 1450 (September 2006). Si potrebbe parlare anche di

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Un esercizio di evoluzione inversa

E’ Mario Capecchi, professore emerito di genetica umana alla  School of Medicine della University of Utah, a dare l’annuncio di questo importante risultato dalle pagine della rivista Developmental Cell. Si tratta di un vero e proprio evento di “evoluzione inversa”, che aiuta a capire come funziona  l’evoluzione a livello molecolare. Il processo di duplicazione di un gene, e la successiva

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Il cancro e la biologia evolutiva

La ricerca, recentemente pubblicata su Nature Genetics, reca la firma di Carlo Maley, studioso di oncogenesi cellulare e molecolare presso il Wistar Institute di Philadelphia, e di numerosi altri ricercatori del prestigioso Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle e della University of Washington. Maley e’ convinto che l’approccio evolutivo nello studio dell’oncogenesi sia fondamentale per determinare la probabilita’ che

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Cancro e sviluppo embrionale

In una visione che oggi trova sempre piu’ consensi tra gli studiosi, il nostro DNA si trova ad agire in un delicato e pericoloso equilibrio: la sua plasticita’ puo’ condurre frequentemente ad effetti dannosi, come lo sviluppo del cancro, e molto piu’ raramente ad un evento favorevole che sta alla base dell’evoluzione delle specie. La ricerca qui descritta e’consistita nell’applicazione

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