C’era una volta “un gene, una proteina”

Un ramo dell’albero Evo-Devo che continua a crescere rigoglioso: l’epigenetica, ovvero lo studio dei cambiamenti fenotipici o dell’espressione genica non riconducibili a modificazioni nella sequenza del DNA. Ne sono testimoni una serie di articoli, interessanti quanto vari, pubblicati in differenti numeri di PLOS nel 2010 ed ora raccolti in una collezione, come sempre, liberamente accessibile (“PLoS Collections: Epigenetics 2010”). Particolarmente

Un ramo dell’albero Evo-Devo che continua a crescere rigoglioso: l’epigenetica, ovvero lo studio dei cambiamenti fenotipici o dell’espressione genica non riconducibili a modificazioni nella sequenza del DNA.

Ne sono testimoni una serie di articoli, interessanti quanto vari, pubblicati in differenti numeri di PLOS nel 2010 ed ora raccolti in una collezione, come sempre, liberamente accessibile (“PLoS Collections: Epigenetics 2010”).

Particolarmente degna di nota, a mio avviso, la vasta gamma di organismi sui quali gli studi (fenotipici ma anche meccanicistici) sono stati condotti. Ritroviamo gli evergreen Arabidopsis e Drosophila, certo, ma anche mangrovie ed herpsvirus a suggerirci che, forse, il tempo dei 4-5 organismi modello è davvero finito; è l’epigenetica stessa, d’altra parte, a chiedercelo: modulazione del genotipo, canalizzazione dello sviluppo, modificazioni nel differenziamento cellulare, selezione somatica sono fenomeni individuali.

Come dire: l’evoluzione non è solo DNA e, soprattutto, non è solo DNA di un prescelto.

Massimo Bernardi

Immagine: un nucleosoma,
da Wikimedia Commons