Chi si somiglia si piglia

I tursiopi maschi di Shark Bay, Australia, si associano preferenzialmente con altri maschi che adottano simili comportamenti di foraggiamento

I sociologi Lazarsfeld e Merton definirono “la tendenza a formare legami tra coloro che sono simili per certi aspetti” con il termine omofilìa. Tale fenomeno potrebbe avere come vantaggio evolutivo, come ipotizzato in precedenza, quello di una più efficace interazione tra gli individui, una sorta di sinergia tra conspecifici con interessi o abitudini simili. In effetti l’omofilìa riveste un ruolo centrale per la nostra specie nella formazione dei legami di amicizia e compare anche in altri animali sociali come primati, zebre, suricati e odontoceti.

A proposito di questi ultimi, in base a osservazioni effettuate sulla popolazione di tursiopi (Tursiops truncatus gephyreus) di Laguna, nel Brasile meridionale, si ipotizza che l’apprendimento tramite l’emulazione dei conspecifici sia coinvolto nella diffusione e nel consolidamento dell’utilizzo di tattiche di foraggiamento specializzate. Una situazione analoga è stata riscontrata a Shark Bay, nell’Australia occidentale, dove già nel 1997 era stato osservato che le femmine di tursiope indopacifico (Tursiops aduncus) utilizzano le spugne marine della specie Echinodictycum mesenterinum come strumento per foraggiare. Questo comportamento, definito “sponging” (dall’inglese sponge), consiste nel trattenere la spugna nel rostro durante la perlustrazione del fondale alla ricerca di cibo, come protezione da eventuali graffi e ferite arrecate da altri animali per difesa. È un comportamento altamente specializzato che consente agli individui che lo apprendono di ritagliarsi delle nicchie trofiche a cui gli altri non hanno accesso; inoltre, è uno dei pochi esempi di utilizzo di strumenti nei mammiferi marini, e non solo. Infatti è piuttosto raro osservare animali che si servono di oggetti per compiere delle azioni specifiche ed è stato documentato solo in 10 specie di primati, 30 specie di uccelli e nello 0,01% delle specie di mammiferi non primati come, appunto, i cetacei odontoceti. Lo sponging è un’attività che viene trasmessa verticalmente dalle madri ai piccoli ed è praticata soltanto da alcuni individui: viene appresa da circa il 91% delle giovani femmine mentre solo dal 50% dei giovani maschi. Le femmine che utilizzano le spugne (spongers) dedicano più tempo alle attività di foraggiamento e meno al riposo, in confronto alle rispettive conspecifiche che non praticano lo sponging (non-spongers) e in generale sono più solitarie; tuttavia, quando si associano, queste femmine mostrano di preferire la compagnia di altre spongers.

In un recente studio, pubblicato su Proceedings of The Royal Society of London B, un gruppo di ricercatori dell’Università di Zurigo ha voluto per la prima volta indagare le dinamiche sociali relative allo sponging nei tursiopi maschi, molto meno studiati rispetto alle femmine proprio per il fatto che il tasso di incidenza di questo comportamento è sbilanciato a favore di queste ultime. Dalle analisi di un dataset di osservazioni effettuate sui maschi di tursiopi indopacifici della popolazione di Shark Bay, relativamente alle stagioni invernali dal 2007 al 2015, è risultato che i 37 tursiopi presi in considerazione nello studio (13 spongers e 24 non-spongers) si associano in “diadi di alleanza” secondo un pattern non casuale verosimilmente correlato all’impiego di tecniche di foraggiamento simili. Infatti, gli spongers trascorrono più tempo da soli rispetto ai non-spongers, dedicandosi alla ricerca di cibo piuttosto che a riposarsi o ad effettuare grandi spostamenti, ma quando formano alleanze tendono a farlo con altri spongers. L’affinità preferenziale reciproca che si osserva tra i maschi spongers può essere interpretata, allo stesso modo di quanto avviene per le femmine, come una forma di omofilìa: il comportamento dello sponging, trasmesso dalle madri o dagli altri individui non imparentati attraverso l’apprendimento sociale, permette ai maschi di riconoscersi tra simili e di formare rapporti di alleanza più produttivi.

L’aggregazione degli individui basata sulle similarità nel comportamento e nelle abitudini si riconferma quindi fondamentale per il consolidamento dei legami tra conspecifici anche non imparentati e per la costruzione di una società composita in cui i vari elementi interagiscono tra loro in modo preferenziale, creando delle vere e proprie “sottoculture” e rendendo la struttura sociale stessa più dinamica e variegata.  

Riferimenti: 
Bizzozzero, M. R., et al. “Tool use and social homophily among male bottlenose dolphins.” Proceedings of the Royal Society B 286.1904 (2019): 20190898.

Immagine: Serguei S. Dukachev [CC BY-SA 3.0], via Wikipedia