Come hanno fatto gli uccelli a sopravvivere all’asteroide che ha estinto i dinosauri?

L’asteroide che colpì la terra alla fine del Cretaceo non solo mise fine al regno dei dinosauri, ma provocò anche una deforestazione di massa globale con la conseguente estinzione di quasi tutti gli uccelli esistenti. Un nuovo studio dimostra che gli uccelli moderni si sono originati tutti da un antenato comune, un piccolo uccello terricolo, scampato alla catastrofe

Circa 66 milioni di anni fa un asteroide grande come il Monte Everest ha spazzato via dalla terra i dinosauri e gli altri gruppi di animali fino a quel momento dominanti. Ma non solo: la conseguente deforestazione globale ha portato all’estinzione degli antichi uccelli prevalentemente arboricoli. Un nuovo studio, pubblicato su Current Biology, dimostra che gli uccelli moderni si sarebbero originati tutti da un antenato comune, un piccolo uccello terricolo.

La questione che si sono posti i paleontologi di questo studio guidati da Daniel Field dell’Università di Bath, nel regno Unito, è stata: perché alcuni uccelli sopravvissero alla disastrosa catastrofe che colpì la terra mentre altri no?

I ricercatori hanno raccolto una grande quantità di dati provenienti dall’analisi di alberi genealogici e di fossili di moltissime specie di uccelli e dall’analisi delle spore e del polline presenti nelle rocce. Dallo studio dei fossili degli uccelli risalenti al periodo seguente all’impatto dell’asteroide è emerso che gli unici a sopravvivere all’impatto dell’asteroide furono proprio quelli terricoli, suggerendo che questa estinzione di massa fu causata dalla distruzione dell’habitat di queste specie. Ma non solo: dall’analisi filogenetica delle specie di uccelli attuali è emerso che l’antenato comune di tutte le linee evolutive presenti oggi era probabilmente un uccello terricolo di piccole dimensioni simile ad una pernice. In seguito, l’analisi della documentazione vegetale fossile ha evidenziato come la flora mondiale fu completamente stravolta dopo l’impatto dell’asteroide: nello strato di roccia che si è formato nel periodo seguente alla catastrofe sono state trovate principalmente spore di piante pioniere come le felci, le prime a ricreare i paesaggi dopo incendi e altre catastrofi, grazie alle loro spore molto resistenti.

I ricercatori concludono con l’ipotesi secondo cui i gruppi degli uccelli terricoli sopravvissuti tornarono ad abitare sugli alberi a più riprese, a migliaia di anni dall’impatto dell’asteroide, in seguito alla rinascita delle foreste. Tutti i dati raccolti, dall’analisi filogenetica a quella dei fossili, sembrano concordare con questa tesi.

Solo pochissimi lignaggi sono sopravvissuti al disastroso impatto dell’asteroide ed è sbalorditivo come tutta la diversità degli uccelli presenti oggi può essere fatta risalire a quei pochi gruppi sopravvissuti. I ricercatori sono intenzionati a proseguire lo studio, cercando nuove evidenze che forniscano nuove prove necessarie ad avvalorare ulteriormente questi risultati e a colmare alcune lacune presenti nella documentazione fossile degli uccelli, scarsa soprattutto negli anni seguenti al disastroso impatto.

Riferimenti:
Daniel J. Field, Antoine Bercovici, Jacob S. Berv, Regan Dunn, David E. Fastovsky, Tyler R. Lyson, Vivi Vajda, Jacques A. Gauthier. Early Evolution of Modern Birds Structured by Global Forest Collapse at the End-Cretaceous Mass ExtinctionCurrent Biology, 2018; DOI: 10.1016/j.cub.2018.04.062

Crediti foto: Philip M. Krzeminski