Come venne ricordato Darwin nel suo centenario?

Come il conto alla rovescia di Pikaia ci mostra, manca ormai poco al bicentenario della nascita di Darwin. Ma come venne ricordato Darwin nel suo primo centenario? Ecco come Romeo Manzoni celebra il lavoro di Darwin nella biografia intitolata “Darwin” pubblicata dalla casa editrice La rinascenza del libro (Firenze, 1910). “Se si può dire che anche la scienza ha i

Come il conto alla rovescia di Pikaia ci mostra, manca ormai poco al bicentenario della nascita di Darwin. Ma come venne ricordato Darwin nel suo primo centenario? Ecco come Romeo Manzoni celebra il lavoro di Darwin nella biografia intitolata “Darwin” pubblicata dalla casa editrice La rinascenza del libro (Firenze, 1910).

Se si può dire che anche la scienza ha i suoi  uno dei maggiori è certamente quello di cui il mondo che pensa e che studia ha celebrato in questi giorni il primo centenario: (…) Carlo Darwin”.

“Darwin potrebbe in certo qual modo essere considerato come il Leonardo da Vinci della scienza. (…) Possiamo anche paragonare il Darwinismo a una grande arteria, a una specie di aorta che reca e distribuisce il sangue vivificatore in tutto l’organismo delle scienze naturali e sociali…. Se mai vi fu qualcuno che riuscì a sollevare un lembo del velo di Iside e a farvi penetrare un raggio sacrilego, ma benedetto, questi fu senza dubbio Carlo Darwin”.

“L’esistenza stessa delle religioni prova questo ineluttabile bisogno di un migliore adattamento della nostra specie: ciò che l’uomo non trova nel reale relativo, lo cerca nella fantasmagoria dell’assoluto: ma questo bisogno c’è. Esso ha tutta la potenza irreduttibile d’un istinto ed questo istinto che lo guiderà attraverso i secoli, in tal modo che alla fine il più forte sarà il più razionale, il più giusto, il migliore nel senso morale e ideale della parola. Allora le religioni non avranno più nessuna ragione di essere, e la collettività umana avrà saputo così bene adattarsi all’ambiente, ne avrà così chiaramente penetrate le leggi e saprà così utilmente piegarle ai suoi voleri, che potrà, senz’altra faticosa cura materiale, consacrare l’opera sua principale alla evoluzione indefinita e sempre più bella della sua psiche”.

“Gli è questo l’immenso orizzonte che schiuse innanzi a noi l’uomo, di cui oggi il mondo saluta il giorno che l’ha veduto nascere. (…) La sua patria non gli fu ingrata. Il parlamento inglese decise che gli fosse data una sepoltura principesca nel Pantheon nazionale di Westminster, ed ora le sue ceneri riposano accanto a quelle di Newton, giusto omaggio tributato alla memoria di due genii egualmente grandi, i quali ebbero comune la gloria di aver saputo strappare alla natura una parte dei suoi più alti segreti”.

Mauro Mandrioli