Creazionisti in un Museo di Storia Naturale: una domanda all’Assessore alla Cultura di Brescia

Gentile Assessore, converrà con noi che la lettera del prof. Giacobini non conteneva assolutamente alcun riferimento lesivo della sua onorabilità, del suo decoro e della sua “professionibilità”, limitandosi ad esprimere molto rispettosamente rammarico e dispiacere – in qualità di presidente dell’Associazione Nazionale Musei Scientifici – per la decisione di concedere l’auditorium del Museo di Storia Naturale della sua città per

Gentile Assessore,

converrà con noi che la lettera del prof. Giacobini non conteneva assolutamente alcun riferimento lesivo della sua onorabilità, del suo decoro e della sua “professionibilità”, limitandosi ad esprimere molto rispettosamente rammarico e dispiacere – in qualità di presidente dell’Associazione Nazionale Musei Scientifici – per la decisione di concedere l’auditorium del Museo di Storia Naturale della sua città per conferenze di creazionisti, il cui contenuto (in tutte le accezioni note del termine “creazionismo”) non può avere nulla a che vedere con la scienza e con la storia naturale. Le ricordo inoltre che si trattava di una lettera aperta, ripresa anche da altri. Nonostante ciò, abbiamo pubblicato integralmente, con pari rilievo e senza ulteriori commenti la sua risposta, in virtù del diritto di replica e di libero confronto fra idee.

La sua lettera è per me molto utile. Mi offre infatti lo spunto per verificare se corrisponda a realtà la notizia secondo cui lei avrebbe altresì negato nei mesi scorsi l’utilizzo della stessa sala del medesimo Museo a una conferenza scientifica organizzata dalla UAAR locale (Unione Atei Agnostici e Razionalisti) su temi evoluzionistici, per la quale ero stato chiamato come relatore. La inviterei pertanto a fornirmi gentilmente chiarimenti in merito: una sua smentita al riguardo sarebbe per me motivo di sollievo. In caso invece di conferma, si tratterebbe infatti di una grave ingiustizia e di una palese discriminazione proprio in aperta violazione di quei nobili principi di libertà di opinione e di quei diritti universali di espressione che lei ha profusamente richiamato nella sua lettera. Da una disparità così forte di trattamento dovrei dedurre che l’UAAR e il sottoscritto non godiamo degli stessi diritti umani fondamentali riconosciuti ai creazionisti in virtù delle alte Carte internazionali da lei evocate. In tal caso, e in assenza di suoi adeguati chiarimenti, sarò io a valutare con risolutezza se è stata rispettata o meno la mia “onorabilità” e la dignità del mio curriculum scientifico internazionale.

Le rinnovo dunque la mia semplice richiesta di un chiarimento pubblico, che saremo ben lieti di pubblicare su Pikaia. Nella lettera lei scrive testualmente: “quando concedo una sala di proprietà comunale, il sottoscritto avvocato e assessore prima rispetta la legge e lo Statuto comunale, che gli impongono di non fare nessuna differenza tra idee politiche, religiose, scientifiche, o opinioni culturali; poi verifica che la sala non venga concessa a chi voglia predicare la commissione di reati, la violenza, la pedofilia, il razzismo, o propagandare opinioni politiche in contrasto con la nostra Costituzione”. Alla luce di tali condivisibili principi (che “impongono di non fare nessuna differenza tra idee politiche, religiose, scientifiche, o opinioni culturali”), le chiedo cortesemente di spiegarmi perché, se è vero, un ciclo di conferenze creazioniste può essere ospitato nell’auditorium di un pubblico museo scientifico mentre una conferenza del sottoscritto no.

Certo di una sua esauriente risposta, distinti saluti

Prof. Telmo Pievani

Università degli studi di Milano Bicocca