Dall’Ambra, predatori sociali del Cretacico

Il monopolio delle tinte ambrate, nonché l’uniformismo culturale post-moderno, si misura anche nella incapacità di andare oltre le rappresentazioni convenzionali. Il titolo di questo post avrà sicuramente indotto la grandissima maggioranza (se non la totalità) dei lettori a immaginarsi dromaeosauridi clonati di dubbia intelligenza che cacciano in gruppo, come diffusi dalla vulgata popolare hollywoodiana. Invece, questo post parla di uno

Il monopolio delle tinte ambrate, nonché l’uniformismo culturale post-moderno, si misura anche nella incapacità di andare oltre le rappresentazioni convenzionali. Il titolo di questo post avrà sicuramente indotto la grandissima maggioranza (se non la totalità) dei lettori a immaginarsi dromaeosauridi clonati di dubbia intelligenza che cacciano in gruppo, come diffusi dalla vulgata popolare hollywoodiana. Invece, questo post parla di uno studio scientifico, basato su evidenze reali e concrete, non su fantasie, di evidenze dirette a favore di comportamenti predatori sociali nel Cretacico Inferiore, dedotti da materiale organico preservato in ambra fossile. 

Poinar e Buckley (2011) descrivono un frammento di ambra dal Cretacico Inferiore della Birmania contenente i corpi di due ragni nefilidi della nuova specie Geratonephila burmanica e di una vespa parassita, Cascoscelio incassus. I due ragni sono di dimensioni differenti (immagine), che indicano differenti stadi di crescita. Tracce di filamenti setosi indicano che anche parte della ragnatela fu inglobata nella resina da cui deriva l’ambra. I due ragni e la vespa sono strettamente associati, con il ragno di dimensioni minori che chiaramente aveva afferrato la vespa poco prima della morte. Un secondo insetto, frammentario, è posto alla destra del ragno maggiore. L’atto predatorio del piccolo ragno, associato nella stessa tela con un ragno più grande della stessa specie implica un comportamento sociale in questo aracnide, un fenomeno noto in varie specie di ragni attuali, nei quali individui distinti tollerano la reciproca presenza su una tela comune e hanno ridotto cannibalismo verso gli esemplari di dimensione minore che “coabitano” la tela. 
Si tratta quindi della più antica testimonianza esistente di socialità nei ragni, preservata dalla fortuita azione di una colata di resina su una ragnatela proprio nel momento in cui una vespa rimase impigliata nella trappola, in un albero di 110 milioni di anni fa.
Da Theropoda, il blog di Andrea Cau
Riferimenti:

George Poinar, Ron Buckley. Predatory behaviour of the social orb-weaver spider, Geratonephila burmanica n. gen., n. sp. (Araneae: Nephilidae) with its wasp prey, Cascoscelio incassus n. gen., n. sp. (Hymenoptera: Platygastridae) in Early Cretaceous Burmese amber. Historical Biology, 2011; DOI: 10.1080/08912963.2011.640399