Dichiarazione Generale sulla Creazione

E’ davvero impressionante leggere un documento di fonte religiosa in cui la preoccupazione per la ”verità” sembra lasciare spazio ad sano (ma soprattutto confuso) relativismo. Nella presentazione del documento si precisa l’obiettivo “Questo documento sintetico è una buona piattaforma iniziale per studiare le varie posizioni nel cristianesimo americano di fronte ai risultati della Biologia evoluzionista contemporanea di matrice darwiniana”. Anche

E’ davvero impressionante leggere un documento di fonte religiosa in cui la preoccupazione per la ”verità” sembra lasciare spazio ad sano (ma soprattutto confuso) relativismo. Nella presentazione del documento si precisa l’obiettivo “Questo documento sintetico è una buona piattaforma iniziale per studiare le varie posizioni nel cristianesimo americano di fronte ai risultati della Biologia evoluzionista contemporanea di matrice darwiniana”.

Anche se poi si aggiunge quello che si rivelerà un ulteriore (non necessario e non dimostrato) relativismo: “Non tutte le sfumature presenti in America risultano significative fra i teologi e i credenti europei”, in realtà si sa che in Europa non solo fra i protestanti ma anche fra i cattolici, è facile trovare, anche se non lo si ammette, idee altrettanto eterogenee se non contradditorie (le opinioni infati vanno da quelle estreme dei creazionisti biblici USA del “Kolbe Center for the study of creation” a quella del darwinista P.George Coyne – solo per rimanere nell’ambito dei religiosi). Come sa chi si aspettava qualche chiarimento dal convegno organizzato ai primi di marzo all’Università Gregoriana, non sono arrivati chiarimenti ma solo la dimostrazione di una notevole eterogeneità, anche se forse minore di quella clamorosa presente nei protestanti, come evidenziato da questo documento del 2000.

Per invogliare a leggerlo (o a non leggerlo) basta far notare che (per non mettere in imbarazzo nessuno…) la dichiarazione generale sul creazionismo è seguita da altre dichiarazioni che definiscono accettabili sia l’origine recente (6.000 anni fa) che l’origine antica (4,5 miliardi di anni fa) della terra!

Ma non basta: per chi volesse essere meno conservatore sono previste ulteriori opzioni altrettanto accettabili nonostante siano razionalmente incompatibili con le precedenti: c’è poi la possibilità di credere nell’evoluzionismo teistico e perfino (per coloro che insitono a non crederlo nato da un imbroglio informatico) nel “Disegno Intelligente” (no, non c’è da stupirsi … W.Dembski, uno dei sui maggiori sostenitori, è fra gli autori di questo documento…). Sembra quindi di capire che ogni ipotesi, purchè senza basi scientifiche, sia accettabile. Davvero imbarazzante…

Sarebbe interessante sapere l’opinione dei pastori protestanti evoluzionisti e neodarwiniani raccolti nel Clergy Letter Project su questo relativismo teologico, ma il loro sito web non aiuta molto i curiosi e non si riesce a scoprirlo.

Comunque anche in Italia si po’ trovare talvolta una simile confusione negli ambienti cattolici, ultimamente indirizzati poco o confusamente.

Su questo sito web cattolico (“Intervento”) è evidente come l‘anniversario darwiniano sia stato sia festeggiato che demonizzato; forse solo il tipografo ha avuto il coraggio di mettere i quattro interventi (1 2 3 4) l’uno a fianco dell’altro!

Ovviamente quello più sconcertante è quello autorevolmente firmato “vicepresidente del CNR”, se non altro per la responsabilità che ha anche verso il progresso scientifico del paese [e per i problemi che crea al presidente quando organizza convegni creazionisti].

La frase che si legge nel suo intervento “Malgrado molti evoluzionisti ammettano il fallimento del darwinismo, non mancano i cattolici che accettano come scientifica la teoria dell’evoluzione” non è nuova, ma rimane sempre agghiacciante, anche come monito a chi in Vaticano ha la “sfrontatezza”, come ha fatto mons.Ravasi, di organizzare convegni su Darwin senza invitare i creazionisti “esperti” o a chi  scrive, appena prima del suo, un articolo a favore di Darwin su una rivista cattolica integralista.

Tratto da L’Antievoluzionismo in Italia, il blog di Daniele Formenti