“Dottor Darwin”: la medicina sotto la lente dell’evoluzione

In occasione del Darwin Day 2021 Wonder Why, un progetto di Fondazione Airc, dedica un articolo alla medicina evoluzionistica

“L’uomo è suscettibile di ricevere dagli animali inferiori, e di trasmettere loro, malattie come l’idrofobia, il vaiolo, la morva ecc.; questo fatto dimostra la stretta somiglianza dei tessuti loro e del loro sangue, sia nella struttura minuta sia nella composizione, molto più chiaramente di quanto non faccia il confronto con il miglior microscopio, o con l’aiuto della migliore analisi chimica”.

Il 12 febbraio si celebra ogni anno il cosiddetto “Darwin Day”, l’anniversario della nascita, nel 1809, di Charles Darwin. Sue sono le parole citate da L’Origine dell’uomo e la selezione sessuale, il libro di cui quest’anno si celebrano i 150 anni. Nel volume, il primo che lo scienziato dedica esplicitamente all’evoluzione degli esseri umani, Darwin parla molto delle malattie, quelle che colpiscono principalmente la nostra specie e quelle che sono invece diffuse negli altri animali.

Le forze dell’evoluzione, a partire dalla selezione naturale, sono cieche, e anche per questo la nostra anatomia è il risultato di una serie di compromessi e rimaneggiamenti avvenuti in natura nel corso di molti millenni. Guardando anche solo al nostro cablaggio, cioè alla distribuzione attraverso il corpo di vasi e nervi, un ingegnere si chiederebbe cosa sia andato storto in fase di progetto. E di fatto il punto è proprio questo: non è mai esistito un progetto. Naturalmente anche il nostro DNA è pieno di ridondanze, sequenze che sembrano non avere alcuno scopo – come il cosiddetto “DNA spazzatura” – e tracce di materiale genetico di altre specie con cui ci siamo ibridati, e delle miriadi di batteri e virus che sono penetrati dentro di noi.

La medicina conosce bene le imperfezioni del nostro corpo, senza che però sia sempre evidente come queste derivino da un’evoluzione molto più casuale di quanto ci piaccia pensare. Secondo alcuni il pensiero evolutivo non si è ancora sufficientemente integrato nella ricerca medica. È infatti soltanto dagli anni Novanta, con la pubblicazione dell’articolo The Dawn of Darwinian Medicine, che si è cominciato a parlare un po’ di più di medicina evoluzionistica.

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Immagine: Wonder Why