Dovevano bruciarla prima?!?

La Società Italiana di Biologia Evoluzionistica risponde all’articolo de Il Foglio sul rogo di Città della Scienza

Il rogo della Città della Scienza a Napoli la sera del 4 marzo è ancora fortemente negli occhi di tutti ed è con grande sgomento che leggiamo il commento, scritto il 7 marzo, da parte del giornalista de Il Foglio Camillo Langone dal titolo eloquente: “Dovevano bruciarla prima”.
A nome della Società Italiana di Biologia Evoluzionistica, che rappresento in qualità di presidente, ritengo inaccettabili le posizioni di Langone per le seguenti motivazioni:
1) criticare i difetti di una struttura, soprattutto italiana, è sempre più facile e particolarmente diffuso. Così come non esistono difese a priori, non devono neppure esistere critiche a priori. I problemi sono chiari a tutti, dai guai nei finanziamenti, al funzionamento dei sistemi antincendio, ma comunicare bene la scienza è tanto cruciale quanto farla. Spesso si sentono critiche agli atenei che sarebbero delle autoreferenziali “torri d’avorio”. Perché criticare chi si occupa di portare la scienza nel quotidiano? Siamo sicuri che questo sia da considerare così di secondo piano?
2) Non è ancora certa la natura dell’incendio, ma per le dinamiche di rapida progressione, la possibilità del dolo è molto forte. Il titolo e il contenuto dell’articolo si trovano al confine dell’apologia di reato e, a parte le connotazioni legali che in questa sede non ci competono, questo è insopportabile in uno stato di diritto e una vera offesa per chi lavora alla Città della Scienza, per i cittadini di Napoli e dell’Italia intera.
 
3) Se sui primi due punti possiamo criticare Langone su modalità e sensibilità, sulla chiusura dell’articolo non può che esserci la nostra totale sorpresa. La critica del giornalista è relativa al fatto che “nei capannoni dell’ex Italsider si propagandava l’evoluzionismo, una superstizione ottocentesca ancora presente negli ambienti parascientifici”. Langone potrebbe forse utilmente consultare un manuale scolastico di Scienze, dove potrebbe leggere che la presunta “superstizione ottocentesca” è confermata da un numero di prove ormai incalcolabile. È la “discendenza dell’uomo dai primati”, citata da Langone, a essere una superstizione ottocentesca che non vuole tramontare. Solo su una cosa Langone ha ragione, noi non discendiamo dai primati. Con buona pace del giornalista e di chi ancora non l’ha capito, noi siamo dei primati.
Maurizio Casiraghi
Presidente della Società Italiana di Biologia Evoluzionistica
Università degli Studi di Milano-Bicocca
Piazza della Scienza, 2 – 20126 Milano
maurizio.casiraghi@unimib.it