Download, la comunicazione scientifica ai tempi di internet (FEST, Trieste)

Il 17 maggio ha aperto la rassegna “Download, la comunicazione scientifica ai tempi di internet”, convegno che ha visto coinvolti personalità di spicco del settore, come Edith Ackermann, Derrick de Kerckhove, Jean Paul Dubacq, Fernando Follini. I lavori sono stati introdotti e coordinati da Paolo Ferri. E proprio Paolo Ferri, dell’Università Milano Bicocca, ha aperto la sessione cercando di fare

Il 17 maggio ha aperto la rassegna “Download, la comunicazione scientifica ai tempi di internet”, convegno che ha visto coinvolti personalità di spicco del settore, come Edith Ackermann, Derrick de Kerckhove, Jean Paul Dubacq, Fernando Follini. I lavori sono stati introdotti e coordinati da Paolo Ferri.

E proprio Paolo Ferri, dell’Università Milano Bicocca, ha aperto la sessione cercando di fare il punto della situazione sulla nuova frontiera del web 2.0, in cui il fruitore della rete può contribuire in maniera diretta alla costruzione cooperativa della conoscenza online, attraverso nuovi sistemi operativi come i wiki o i blog. Un sistema che potenzia l’attività e la cooperazione delle persone che lavorano in rete, che producono e condividono conoscenza, spesso senza “consumarla”.
Questa nuova rivoluzione sta portando a una società multischermo, dove si moltiplica la fruizione dei media digitali rispetto a quelli televisivi.

In questa nuova dimensione, ci troviamo di fronte a due generazioni a confronto, quella tradizionale dei  “digital immigrans”, che hanno cominciato a comunicare la scienza in forma analogica, attraverso i libri, e hanno imparato a fruire dei mezzi digitali dal 1996 al 2000, e quella dei “digital net”, che hanno meno di 10 anni, nata in questo universo di fruizione mediale estesa, dove esiste una molteplicità di schermi collegati attraverso la rete.  Anche le modalità di comunicare, apprendere e fruire dei contenuti della comunicazione scientifica sono diversi tra i due utenti.

Chi è cresciuto dentro il “paradigma di Gutenberg” della carta stampata, sviluppa uno stile cognitivo caratterizzato dall’assorbimento, da internalizzazione e dalla centralità del codice alfabetico. Le modalità di apprendimento dei digital net sono completamente diverse, poiché avvengono per esternalizzazione; inoltre, la riflessione conta meno dei contenuti creati sullo schermo che sta al di fuori della mente, e si verifica una maggiore attitudine al multitasking, a sviluppare cioè attività cognitive in sistemi paralleli, dove l’esperienza diretta e l’esplorazione sono più importanti dell’assorbimento.
In che modo la scuola, gli insegnanti, gli editori reagiscono a questa transizione? Al momento, la risposta è molto lenta rispetto ai cambiamenti in corso e si privilegiano ancora i sistemi tradizionali, come le lavagne al posto dello schermo del computer, la scrittura analogica rispetto a quella digitale. Questo cambiamento va invece tenuto in gran conto. Secondo una recente ricerca americana, internet è diventato rapidamente  il primo strumento di accesso alla conoscenza e alla divulgazione scientifica per la generazione compresa tra 18 e 29 anni età.

Anna Pisapia