E’ in edicola il nuovo numero di Darwin, bimestrale di Scienze

E’ in edicola il n.9 (sett/ott 2005) di

E’ in edicola il n.9 (sett/ott 2005) di Darwin, con un buon numero di articoli che trattano interessanti temi a carattere biologico-evoluzionistico.

L’articolo di apertura della rivista, di Jacopo Pasotti, si intitola Il computer da’ un volto agli antenati dell’uomo e riguarda la cosiddetta Computer-assisted Paleoanthropology. Viene presentato il lavoro di due ricercatori dell’Universita’ di Zurigo, Marcia Ponce de Leon e Christoph Zollikofer nell’ambito della ricostruzione virtuale dei volti di ominini cui appartengono alcuni tra i piu’ importanti reperti fossili finora ritovati, dai Neanderthal, a Homo erectus di Dmanisi fino a Sahelantropus tchadensis (il famosissimo Toumai).

Un articolo di Giovanni Sabato dall’eloquente titolo Lunga vita agli antibiotici grazie a Darwin tratta il problema purtroppo molto attuale della resistenza che i batteri riescono a sviluppare nei confronti degli antibiotici, rendendo inefficaci intere classi di questi, e della scarsa disponibilita’ delle industrie farmaceutiche a ricercare nuove molecole, vista la rapidita’ con cui le stesse sono destinate a diventare comunque obsolete. Una strategia che parta dallo studio del comportamento di ipermutabilita’ dei batteri in condizioni di stress per “mettere un freno” all’evoluzione dei batteri stessi, sembra offrire nuove promettenti prospettive.

Segnalo inoltre la review dal titolo I pronipoti di Mendel nell’era della Post-Genomica, a cura di P. Perata e A. Alpi, che trae l’ispirazione dalla storia di Arabidopsis thaliana per raccontare le nuove frontiere di trascrittomica, proteomica e metabolomica, le tre “omiche” che segneranno il futuro avanzamento delle conoscenze in campo biologico ed evoluzionistico. Si accenna naturalmente anche al contributo della bioinformatica, una disciplina essenziale per analizzare proficuamente la grande mole di dati ormai disponibile.

Lo speciale di questo numero e’ dedicato a Storia e Malattie: si possono trovare numerosi spunti di studio nel campo della Paleopatologia. L’applicazione ai reperti antichi delle moderne tecniche di indagine, sia strutturale che genetica, ci permettono di investigare l’insorgenza e l’evoluzione delle malattie nelle societa’ umane del passato. Si riescono cosi’ ad identificare patogeni antichi e a confrontarne struttura ed evoluzione rispetto ai corrispondenti agenti moderni. Anche certe neoplasie antiche sono state efficcacemente studiate in reperti mummificati, allo scopo di accertare la natura della mutazione del DNA e cercando di costruire confronti con le attuali condizioni di insorgenza di quelle patologie.

Non mi resta che augurarvi buona lettura!!

Paola Nardi