Genetisti dell’Università di Pavia ricostruiscono la storia del primo popolamento umano del Nuovo Mondo

Analizzando per la prima volta al più alto livello di risoluzione molecolare due rari lignaggi del DNA mitocondriale (mtDNA), genoma ereditato esclusivamente per via materna, appartenente a Nativi Americani moderni del Nord, Centro e Sud America, i genetisti delle Università di Pavia e Perugia in collaborazione con i colleghi della Sorenson Molecular Genealogy Foundation di Salt Lak City (Utah) hanno

Analizzando per la prima volta al più alto livello di risoluzione molecolare due rari lignaggi del DNA mitocondriale (mtDNA), genoma ereditato esclusivamente per via materna, appartenente a Nativi Americani moderni del Nord, Centro e Sud America, i genetisti delle Università di Pavia e Perugia in collaborazione con i colleghi della Sorenson Molecular Genealogy Foundation di Salt Lak City (Utah) hanno identificato due percorsi migratori ben distinti che circa 15-17.000 anni fa hanno marcato le fasi iniziali della colonizzazione umana del continente americano.

“L’origine dei primi Americani è un argomento molto controverso e dibattuto tra gli archeologi ed ancor più tra i linguisti”, dice il Prof. Torroni. “Il nostro studio rivela che un primo gruppo è migrato dalla Beringia seguendo la costa dell’Oceano Pacifico arrivando in qualche decina di generazioni fino alla punta meridionale del Sud America, mentre un secondo gruppo, sempre dalla Beringia, sarebbe penetrato nel Nord America attraverso il corridoio di terra che, a seguito del miglioramento delle condizioni climatiche, andava aprendosi ad est delle Montagne Rocciose tra i ghiacciai canadesi”.

Una tale situazione, che vede l’arrivo più o meno concomitante di più gruppi umani, con radici genetiche in parte diverse, implica l’esistenza di una diversità linguistica e culturale tra i Paleo-Indiani.

Nel marzo 2008, lo stesso gruppo di ricerca aveva pubblicato uno studio che per primo sintetizzava tutte le sequenze note del DNA mitocondriale dei Nativi Americani in un unico albero evolutivo rivelando che il 95% dei Nativi Americani discende da sei linee femminili ancestrali. Per stabilire il momento in cui i primi colonizzatori umani entrarono in America venne utilizzato un orologio molecolare che individuò una breve finestra temporale tra 15 e 17.000 anni fa.

Per entrambi gli studi i ricercatori hanno setacciato il database della Sorenson Foundation – la più fornita collezione mondiale di informazioni genealogiche su base genetica, contenente DNA raccolti in più di 170 Paesi – alla ricerca di mtDNA appartenti a lignaggi di Nativi Americani. In seguito, utilizzando tecniche messe a punto all’Università di Pavia, è stata analizzata l’intero genoma mitocondriale di ogni campione con un approccio di avanguardia.

“I sei principali lignaggi genetici (pan-Americani) sono distribuiti ovunque nelle Americhe”, continua Ugo Perego della Sorenson Foundation, attualmente dottorando in Scienze Genetiche e Biomolecolari a Pavia. “Perciò abbiamo deciso di analizzare in dettaglio due linee genetiche più rare e quasi sconosciute che potessero definire in maniera più nitida i primi eventi di colonizzazione umana del continente americano. Così abbiamo scoperto che questi due tipi di DNA mitocondriale marcavano due rotte di migrazione nettamente distinte”.

“Questo studio non conclude il dibattito”, aggiunge il Dott. Alessandro Achilli dell’Università di Perugia, “ma le implicazioni delle nostre scoperte sono significative. Per esempio, i reperti e le diverse tecnologie osservate nei siti archeologici del Nord America possono ora essere correlate con i gruppi umani arrivati seguendo i due percorsi migratori piuttosto che con un differenziamento avvenuto in situ. Stiamo ora analizzando con le stesse metodiche le linee genetiche pan-americane e ci aspettiamo che la distribuzione dei loro sottogruppi ricalchi quella osservata per le due linee rare”.

Riferimenti:
Ugo A. Perego, Alessandro Achilli, Norman Angerhofer, Matteo Accetturo, Maria Pala, Anna Olivieri, Baharak Hooshiar Kashani, Kathleen H. Ritchie, Rosaria Scozzari, Qing-Peng Kong, Natalie M. Myres, Antonio Salas, Ornella Semino, Hans-Jürgen Bandelt, Scott R. Woodward, Antonio Torroni, Distinctive Paleo-Indian Migration Routes from Beringia Marked by Two Rare mtDNA Haplogroups, Current Biology

Tratto dal sito dell’Università di Pavia