Geni con pedigree

Dopo l’addomesticamento, avvenuto circa 15.000 anni fa, il cane è stato soggetto ad un costante processo di selezione artificiale da parte dell’uomo. Selezionando di volta in volta gli individui che presentavano le caratteristiche adeguate e favorendone la riproduzione, l’uomo ha portato alla formazione delle circa 300 razze canine oggi esistenti, tutte differenti per morfologia e comportamenti. Ma in che modo

Dopo l’addomesticamento, avvenuto circa 15.000 anni fa, il cane è stato soggetto ad un costante processo di selezione artificiale da parte dell’uomo. Selezionando di volta in volta gli individui che presentavano le caratteristiche adeguate e favorendone la riproduzione, l’uomo ha portato alla formazione delle circa 300 razze canine oggi esistenti, tutte differenti per morfologia e comportamenti. Ma in che modo questa selezione di caratteri fenotipici si è tradotta in divergenza genetica? In che modo l’uomo ha influenzato il genoma di questa specie e in quale maniera le diverse razze canine differiscono a livello di DNA?

Questi sono gli interrogativi che hanno stimolato una recente ricerca, pubblicata sulla copertina della rivista Genetics, condotta dal gruppo di ricerca di Paul Jones del Waltham Centre for Pet Nutrition, lo stesso che solo un anno fa scoprì che l’espressione di un singolo gene (IGF-1) poteva spiegare gran parte della differenza di taglia che si riscontra tra le diverse razze canine (Chihuahua o Alano? Dipende da IGF-1, notizia del 15/05/2007 pubblicata su Pikaia).

Il nuovo studio ha analizzato in profondità il DNA di 148 varietà canine, identificando i geni contenenti cosiddetti SNPs (single-nucleotide polymorphisms), geni che presentano la stessa sequenza nucleotidica a parte una singola coppia di basi che invece varia. Successivamente questi geni sono stati associati a determinate caratteristiche anatomiche e comportamentali delle diverse razze.

E così emerge che l’espressione del gene SMAD4, che controlla la crescita cellulare, è legato al diverso peso medio delle razze; e ancora, oltre al gene IGF-1, sono stati identificati ulteriori sei geni, posizionati su cinque cromosomi, come possibili canditati per il controllo della taglia corporea. Infine, quattro loci genici sono stati associati alla longevità delle singole razze, anche se questa carartteristica sembra essere un sottoprodotto della selezione della taglia. In particolare, sembra esserci una correlazione inversa tra la taglia e la longevità.

Meno precisi sono invece i risultati sulle caratteristiche comportamentali: a tal proposito, futuri studi, anche su individui nati da incroci tra razze, i meticci, potranno fornire dati più significativi. Nonostante ciò, questa ricerca rappresenta un importante punto di partenza per la comprensione delle caratteristiche genetiche delle diverse razze canine e, più in generale, di come evolvono genotipo e fenotipo.

Andrea Romano

Fonte dell’mmagine: Wikimedia Commons