Gli ecosistemi delle Falkland sono cambiati grazie all’arrivo degli uccelli marini

Una ricostruzione paleo-ecologica, che ha ripercorso 14.000 anni delle isole Falkland, ha rivelato che l’insediamento degli uccelli marini ha modificato gli ecosistemi delle isole attraverso il deposito di alte concentrazioni di guano che ha contribuito all’incremento della vegetazione

Nelle isole Falkland non ci sono mammiferi autoctoni, ad eccezione del dusicione (o lupo antanrtico; Dusicyon australis), o alberi nativi; i coloni introdussero le pecore solo nel XVII secolo. Queste isole sono l’habitat di alcune delle specie di uccelli marini più rare del mondo, tra cui cinque specie di pinguini (Pikaia ne ha parlato qui), le berte dell’Atlantico (Puffinus gravis) e le procellarie mento bianco (Procellaria aequinoctialis). Negli ultimi anni, le loro zone di riproduzione nelle praterie costiere di tussac, un’erba cespugliosa che costituisce la principale vegetazione dell’arcipelago, sono state sottoposte a una crescente pressione dovuta al pascolo delle pecore e all’erosione.

Una recente ricerca, pubblicata sulla rivista Science Advance, e basata su un record di 14.000 anni delle Falkland orientali, ha rivelato che per 9.000 anni prima dell’arrivo degli uccelli marini, la regione era dominata da bassi livelli di erba, da una brughiera di felci e da arbusti ericacei nani. Circa 5.000 anni fa, riportano i ricercatori, sembra che si sia verificata una “brusca transizione”. Le concentrazioni di bioelementi come il fosforo e lo zinco aumentarono e i tassi di accumulo del polline dell’erba salirono notevolmente indicando l’insediamento delle praterie di tussac entro 200 anni dall’arrivo delle colonie di uccelli marini sull’isola. È chiaro quindi che l’avvento di popolazioni di uccelli marini che portavano nutrienti dall’ambiente marino all’isola ha determinato cambiamenti nella struttura, nella composizione e nella funzione della comunità vegetale terrestre, secondo i ricercatori, così come l’aumento dell’attività del fuoco e del ciclo dei nutrienti. Lo studio sottolinea quanto siano importanti i nutrienti nel guano degli uccelli marini per gli sforzi in corso per ripristinare e conservare gli habitat delle praterie.

Il team, per lo studio, ha raccolto una colonna di torba di 476 centimetri da Surf Bay. La carota è un registro di 14.000 anni che ha rivelato, nelle foglie di tussac non decomposte della colonna di torba, lo sviluppo di un collegamento terrestre-marino che supporta alcune delle più importanti colonie di riproduzione di uccelli marini nell’Oceano del Sud oggi. Ciò che non è chiaro, secondo i ricercatori, è ciò che ha guidato il brusco cambiamento dell’ecosistema. Gli uccelli marini sono arrivati a Surf Bay, nelle Falkland orientali, in un periodo in cui il clima stava diventando più fresco nell’Atlantico meridionale, ma non è chiaro il motivo (Pikaia ne ha parlato qui). Non si sa nemmeno dove questi uccelli si siano rifugiati quando il clima era più caldo, e, sottolineano gli autori, questo è preoccupante perché l’Atlantico del Sud, oggi, sta diventando sempre più caldo (Pikaia ne ha parlato qui e qui).

Secondo gli scienziati, l’assenza di uccelli marini prima di 5.000 anni fa suggerisce che questi organismi possono aver migrato a causa del cambiamento della disposizione delle loro riserve alimentari, sensibili alle variazioni di temperatura della superficie del mare. Questo lavoro suggerisce che, mentre l’Oceano continua a riscaldarsi nei prossimi decenni, le comunità di uccelli marini delle Isole Falkland potrebbero subire un brusco ricambio o un crollo, che potrebbe accadere nell’ordine di decenni.

Fonti:
Dulcinea V. Groff, et al. Seabird establishment during regional cooling drove a terrestrial ecosystem shift 5000 years ago. Science Advances, Oct 21st, 2020 DOI: 10.1126/sciadv.abb2788

Immagine: amanderson2, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons