Gli incontri del Festival della Scienza 2006. Un’edizione fortunata

Le controversie, se ben argomentate, sono il sale della scoperta. E’ il caso, da una parte, dei sostenitori della teoria delle stringhe e dell’esistenza di mondi paralleli, come il brillante fisico Michio Kaku, o di un universo composto da una molteplicità di dimensioni nascoste e inimmaginabili, dipinto con straordinario fascino da una delle stelle indiscusse di questa edizione, la fisica

Le controversie, se ben argomentate, sono il sale della scoperta. E’ il caso, da una parte, dei sostenitori della teoria delle stringhe e dell’esistenza di mondi paralleli, come il brillante fisico Michio Kaku, o di un universo composto da una molteplicità di dimensioni nascoste e inimmaginabili, dipinto con straordinario fascino da una delle stelle indiscusse di questa edizione, la fisica teorica di Harvard Lisa Randall. Un universo finito, ma con l’illusione dell’infinito ai suoi margini, è invece quello rappresentato, con eguale capacità retorica, dal cosmologo francese Jean-Pierre Luminet. Altrettanto vivace e feconda è la controversia fra chi interpreta l’evoluzione soltanto dal punto di vista dei geni e chi invece predilige una concezione più pluralista, di tipo ecologico e geografico: è il caso degli evoluzionisti chiamati a Genova da Niles Eldredge per un workshop di ricerca i cui risultati sono stati poi presentati al pubblico del Festival, sperimentando così un format inedito fra ricerca e comunicazione che sarà ripetuto nelle prossime edizioni.

Gli stessi incontri del Festival sono stati occasione di scoperta, confrontando linguaggi apparentemente lontani come l’astrofisica di Franco Pacini e i miti ebraici dell’origine narrati da Moni Ovadia, la poesia di Edoardo Sanguineti e la logica di Piergiorgio Odifreddi, oppure grazie ad una parola chiave - “specchio” - che a partire dalla mostra ad essa dedicata è diventata pretesto per dialoghi fra grandi neuroscienziati come Giacomo Rizzolatti e Marc Jeannerod, scopritori dei neuroni dell’empatia, filosofi e scienziati cognitivi come Simona Morini, Matteo Motterlini, Pietro Perconti, Massimo Piattelli Palmarini e Corrado Sinigaglia, scienziati di diversa estrazione come Enrico Beltrametti, Edoardo Boncinelli, Claudio Bartocci e Giorgio Vallortigara, ma anche grandi intellettuali come Umberto Eco esposti ai paradossi della riflessione allo specchio insieme agli psicologi Ivana Bianchi e Ugo Savardi.

Si può scoprire simulando nel silicio ciò che vediamo nel carbonio, hanno spiegato gli studiosi impegnati nelle celebrazioni dei cinquant’anni della nascita del programma dell’Intelligenza Artificiale, come Roberto Cordeschi e Domenico Parisi; portando la realtà ai suoi estremi, come nel mondo ultrafreddo del fisico Massimo Inguscio; spingendo l’osservazione al limite fisico della precisione, come ha raccontato il premio Nobel Theodor W. Haensch nella sua conferenza conclusiva; oppure inseguendo le sorprese che la matematica, invano alla ricerca dei propri fondamenti ultimi, offre ai suoi cultori più visionari come Gregory Chaitin. Si può scoprire qualcosa di interessante sulla mente umana immaginando lingue impossibili, come fa Andrea Carlo Moro, o indagando i segreti della percezione visiva con Anne Treisman. In altri casi l’apertura di un intero campo di studi inedito è resa possibile dall’introduzione di nuove tecnologie: il sequenziamento del DNA per la genomica evoluzionistica del futuro, di cui hanno svelato i segreti genetisti come T. Ryan Gregory, Guido Barbujani e Luigi Luca Cavalli Sforza; oppure le sempre più precise nanotecnologie di Elisa Molinari e di Siegmar Roth. Altre volte ancora la scoperta nasce dalla fusione di campi disciplinari un tempo separati, come l’evoluzione e lo sviluppo nel caso dell’“evo-devo”, le cui intuizioni sulle origini delle più stupefacenti e meravigliose forme animali sono state illustrate magistralmente da Sean B. Carroll.

La scoperta rimane però anche una dimensione attraverso cui la scienza sfida gli assunti sedimentati della filosofia, del senso comune e della società, come fu in quel Rinascimento a cavallo fra scienza e magia raccontato da Paolo Rossi. Ancora oggi la spiegazione evoluzionistica attende di essere accolta appieno, almeno secondo i filosofi e storici della scienza Enrico Bellone, Aldo Giorgio Gargani, Giulio Giorello, Salvatore Natoli, Telmo Pievani e Carlo Sini. Le biotecnologie chiamano la riflessione etica a drammatici interrogativi fra laicità e adesione a valori trascendenti, come da punti di vista molto diversi hanno saputo argomentare Enzo Bianchi, Eugenio Lecaldano, Paolo Vineis e Paolo Flores d’Arcais.

Una scienza, insomma, che di scoperta in scoperta obbliga a ripensare antichi problemi e rompe gli steccati disciplinari. Succede per esempio che le scienze della mente irrompano nell’economia, portandovi addirittura la parola “felicità”, ma senza troppe illusioni di razionalità, come ha raccontato Daniel Kahneman: i giudizi umani, secondo il premio Nobel che ha saputo fondere economia e psicologia, non sono mai del tutto dominabili. Proprio come la scoperta scientifica.

Appuntamento allora alla quinta edizione, in programma dal 25 ottobre al 5 novembre 2007, il cui bando internazionale per la presentazione delle proposte scadrà il 31 dicembre 2006. La parola chiave va come sempre al cuore dello spirito scientifico e sarà: curiosità.

Telmo Pievani