Gruppi misti

Nelle regioni tropicali sono frequenti stormi composti da diverse specie: quali sono le cause di tale comportamento?

In qualsiasi foresta pluviale del mondo è possibile imbattersi in un affascinante e misterioso fenomeno naturale, forse unico nel suo genere: uccelli insettivori di molte specie diverse si riuniscono infatti assieme in “stormi misti” che battono compatti la volta della foresta alla ricerca di cibo. Queste associazioni non sono casuali: gli animali si cercano attivamente tra loro, comprendono i rispettivi canti di allarme e si muovono in gruppi compatti.
Il fenomeno in inglese prende il nome di “mixed-species flocking” ed è stato rilevato nelle foreste pluviali di tutto il mondo. Associazioni di questo tipo devono essere dunque molto vantaggiose, oppure favorite da una pressione selettiva molto forte. L’ipotesi più probabile è che servano a contrastare la predazione: è stato dimostrato che i membri dello stormo sono capaci di interpretare i richiami di allarme delle altre specie, aumentando così le proprie possibilità di avvertire un pericolo prima che sia troppo tardi. Perché però riunirsi con taxa diversi e non con conspecifici? Una spiegazione possibile è data dalla dieta degli uccelli degli stormi misti. La competizione alimentare è ritenuta più alta in casi di risorse disperse e scarse (come gli invertebrati nella foresta pluviale) che non in casi in cui il cibo è localizzato ma abbondante (come la frutta ai tropici). Mentre dunque i frugivori possono sopportare la competizione di uno stormo intraspecifico, gli insettivori preferirebbero la compagnia di specie diverse con le quali non ci sarebbe sovrapposizione di nicchia trofica. Un’altra ipotesi invece prevede che sia proprio la possibilità di allargare la propria nicchia ecologica (tramite per esempio l’apprendimento di nuove tecniche di caccia dai vicini) la ragione che ha reso gli stormi misti così vantaggiosi.
Il quesito di maggiore interesse è però in che modo si possa essere svolta l’evoluzione di un tale gruppo di animali diversi. Lo straordinario grado di complessità e finezza nelle interazioni tra queste specie fa ipotizzare un esteso fenomeno di coevoluzione, avvenuta con modalità che potrebbero essere molto particolari, e che potrebbero coinvolgere un processo di costruzione di nicchia. La costruzione di nicchia in biologia evolutiva prevede che una specie evolva per una pressione selettiva modificata a sua volta da un altro organismo. Per esempio un lombrico (derivato da antenati acquatici) ha reni da anellide d’acqua dolce, perché il suolo in cui vive ha una specifica caratteristica: un basso potenziale matriciale, cioè una scarsa capacità di trattenere l’acqua (che quindi i lombrichi possono assorbire più facilmente). Tale caratteristica è però derivata dal continuo lavoro dei lombrichi stessi, che mutano drammaticamente la composizione del suolo in cui vivono. È dunque il lombrico stesso che, con la modifica di un elemento abiotico, agisce sulla sua stessa evoluzione tramite un feedback.
Nel caso degli uccelli in uno stormo misto la pressione selettiva deriva dall’entità “ambiente interno allo stormo”, come nel caso dei lombrichi derivava dal suolo. Una specie può modificare l’ambiente stormo, rendendolo più o meno adatto a un’altra specie, per esempio con le sue scelte alimentari. Se una specie all’interno dello stormo mostra una netta preferenza per una specifica fonte alimentare, l’ambiente stormo diventerà più sfavorevole per altre specie con la stessa preferenza, e questa già sarebbe una modificazione delle pressioni selettive all’interno dello stormo. Questo processo potrebbe portare a un adattamento sempre più articolato di varie specie le une alle altre? 
La risposta sta forse in alcuni adattamenti che certi uccelli mostrano negli stormi misti. Il drongo dello Sri Lanka (Dicrurus) sta fermo su un ramo finché non passa uno degli insetti volanti di cui si nutre, ed è fortemente avvantaggiato dalla presenza attorno a sé di altri uccelli che fungono da battitori. È anche considerato dalle altre specie un’ottima sentinella proprio per la sua abitudine di stare fermo in un punto scrutando attorno a sé. Abbiamo già un certo numero di adattamenti: il drongo si è adattato a seguire gli altri uccelli, e questi si sono adattati a interpretare i richiami di allarme del drongo. Le cose però sono molto più sofisticate. Il drongo ha imparato a imitare da solo i richiami di un intero stormo, così da attirare altri uccelli verso di lui. Ciò deve aver previsto una selezione da parte de “l’ambiente stormo” sui dronghi capaci o incapaci di mimare questi canti, selezione che non ci sarebbe stata se lo stormo non fosse esistito. La shrike-tanager (genere Lanio, un uccello sudamericano dalla nicchia ecologica simile) si spinge oltre: essendo considerata da molte specie diverse una sentinella fidata, essa approfitta della sua fama con false grida di allarme che spaventano gli altri membri del gruppo e le permettono di accaparrarsi gli insetti migliori (come nella favola del bambino che gridava “Al lupo! Al lupo!”). 
Nella zona neotropicale alcuni di questi stormi sono talmente organizzati da comprendere solo una coppia d’individui per specie. In questi casi persino il territorio è in comune (e difeso in comune), così come sono comuni e costanti gli orari e i punti di raccolta mattutini. Qui gli uccelli si riuniscono richiamandosi (dopo aver passato la notte in roost diversi) per poi iniziare a pattugliare il loro territorio in un gruppo compatto. Siamo quindi di fronte a esempi di come un’interazione forse originariamente semplice si sia evoluta in una sempre più complessa, in un’affascinante coevoluzione multipla, della quale sappiamo ancora molto poco ma che riguarda migliaia di specie di uccelli diversi da tutte le foreste pluviali del mondo.
 
Beniamino Tuliozi
Riferimenti:
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Goodale E and Kotagama SW. 2008. Response to conspecific and heterospecific alarm calls in mixed-species bird flocks of a Sri Lankan rainforest. Behav Ecol 19(4):887-94.
Sridhar H, Srinivasan U, Askins RA, Canales-Delgadillo JC, Chen C-, Ewert DN, Gale GA, Goodale E, Gram WK, Hart PJ, and others 2012. Positive relationships between association strength and phenotypic similarity characterize the assembly of mixed-species bird flocks worldwide. Am Nat 180(6):777-90.