I vantaggi dell’amore

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Uno studio su uccelli passeriformi suggerisce che nelle specie con elevata idiosincrasia nella scelta del partner, la compatibilità comportamentale, ancor più che genetica, gioca un importante ruolo non solo per l’accoppiamento ma anche per la fitness generale della prole

La scelta del partner nel mondo animale è una questione che ha catalizzato la maggior parte delle ricerche verso la comprensione degli indicatori che rendono il compagno prescelto più “attraente” di altri, e cioè più idoneo a generare una prole a sua volta attraente e con alto successo riproduttivo. Questo vantaggio si esplicherebbe in modo indiretto attraverso la scelta della femmina verso i maschi con tratti appariscenti, evolutivamente dispendiosi ma secondo alcuni studiosi indici di qualità genetica per la discendenza, oltre che di attrazione. Tuttavia queste ipotesi, denominate “good genes” e “sexy sons”, non contribuiscono a spiegare in tutti i casi l’evoluzione della scelta sessuale delle femmine.

In alcune specie non tutte concordano su chi debba essere riconosciuto come il “più attraente” e la loro scelta sembra, invece, legata ad aspetti idiosincrasici che a loro volta suggeriscono una taratura individuale su una maggiore compatibilità genetica e comportamentale. Per testare questa ipotesi e soprattutto per verificare quale tipo di compatibilità giochi un ruolo preponderante, i ricercatori del Max Planck Institute for Ornithology a Seewiesen (Germania) si sono chiesti: quali sono le conseguenze in termini di fitness che la promozione o l’impedimento della scelta idiosincratica del compagno apportano? Pubblicato sulla rivista open access PLoS Biology, uno studio condotto su un gruppo di uccelli passeriformi, i diamanti mandarini (Taeniopygia guttata), con sistema socio-sessuale monogamico, ha cercato di far luce.

Sono stati analizzati nel tempo gli effetti prodotti in coppie libere di accoppiarsi e in altre a cui, invece, veniva imposto casualmente il partner. In queste condizioni sperimentali, le coppie libere hanno presentato una fertilità superiore del 37% in termini di prole nata rispetto alle coppie imposte. Inoltre, tra queste ultime la mortalità embrionale (prima della schiusa) e quella intercorsa durante l’allevamento presentano un tasso equivalente: segno che la compatibilità genetica non ottimale, tanto quanto l’incompatibilità comportamentale in questi casi hanno il medesimo impatto negativo sulla fitness della prole. Tuttavia, l’alta percentuale di fertilità tra le coppie libere indica abbastanza chiaramente che la compatibilità comportamentale, basata sulla cooperazione e su un’azione sinergica verso le cure parentali, è determinante per la generazione di una prole numerosa e dotata di fitness. In particolare, si è osservata una scarsa disponibilità di accoppiamento nelle femmine delle coppie a cui era imposto casualmente un compagno, mentre nei maschi di questo stesso gruppo si è registrata una bassa propensione alle cure parentali e una tendenza al corteggiamento di altre femmine.

Sembra plausibile ritenere che i diamantini scelgano di accoppiarsi per la vita sulla base di una compatibilità comportamentale e non sulla base di un meccanismo che gli consentirebbe di selezionare il partner con cui minimizzare il tasso di morte embrionale. I meccanismi che stanno dietro una tale compatibilità nelle coppie libere di scegliersi riguardano la tendenza e la motivazione nel cooperare, favorendo al contempo la riduzione dei conflitti. Aspetti che anche alcuni studi sulle coppie umane sembrano confermare evidenziando come ai matrimoni combinati si accompagni un tasso di violenza domestica maggiore. Ma quali siano i processi evolutivi che hanno favorito la scelta di tratti cooperativi alla base della scelta sessuale delle femmine è ancora un campo da esplorare.

Riferimenti:
Malika Ihle, Bart Kempenaers, Wolfgang Forstmeier. Fitness Benefits of Mate Choice for Compatibility in a Socially Monogamous Species. PLOS Biology, 2015; 13 (9): e1002248 DOI: 10.1371/journal.pbio.1002248