IL congresso creazionista all’Università di Bergamo (già diventato un congresso-fantasma!)

Avranno pensato: “dopo tutte queste noiose e superate conferenze sull’evoluzionismo finiamo noi! Facciamo cambiare idea a tutti!” Ed ecco che venerdì 16 e sabato 17 ottobre potremo assistere a “Il primo congresso creazionista in Italia”: titolo “Cosa resta di Darwin?” sottotitolo “Un messaggio comune da Newton… a Pasteur fino all’Intelligent Design.” Il programma si può leggere (non sia mai altrove!)

Avranno pensato: “dopo tutte queste noiose e superate conferenze sull’evoluzionismo finiamo noi! Facciamo cambiare idea a tutti!” Ed ecco che venerdì 16 e sabato 17 ottobre potremo assistere a “Il primo congresso creazionista in Italia”: titolo “Cosa resta di Darwin?” sottotitolo “Un messaggio comune da Newton… a Pasteur fino all’Intelligent Design.” Il programma si può leggere (non sia mai altrove!) sul sito dell’Associazione Studi sulle Origini. Dalla locandina leggiamo, per chi non lo sapesse ancora che l’intelligent design è “Un pensiero forte che ha viaggiato, fin dalla nascita della scienza moderna, con le idee di grandi uomini da Pascal a Newton, da Mendel a Pasteur e, in casa nostra, da Alessandro Volta a Enrico Fermi.” E quindi? Verrebbe da dire…

Ma per coloro che non l’avessero notato la sede della prima conferenza non è esattamente ciò che si definirebbe “neutra”, infatti si svolgerà nientemeno che alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bergamo. Complimenti! Bella pensata. Non solo questa è la reiterazione della favola nera bresciana ma qui i creazionisti sono riusciti a far breccia in un’università. Nelle loro menti, così ossessionate dall’idea che “possedere l’autorità corrisponda a possedere la verità”, ciò significa essere alla pari con i malvagi dall’altra parte della cattedra, ormai irrimediabilmente corrotti dalla “scienza materialistica”. Questa illusione di autorità è poi la premessa per l’innesco di una odiosa cascata di menzogne: che vi sia una fantasiosa “controversia” nella teoria dell’evoluzione, che sia una teoria in crisi, che l’evoluzione non sia scienza e varie altre sbrodolate. Per chi non lo ricordasse, questo è ciò che i due grandi evoluzionisti Stephen J. Gould e Richard Dawkins, rivolgendosi al mondo accademico, avevano scongiurato di non fare mai (il risultato di questo comune accordo arrivò, purtroppo dopo la morte di Gould. La lettera-manifesto fu poi pubblicata nella raccolta di saggi di Dawkins “Il cappellano del Diavolo”).

Che ci crediate o meno, vi sarebbero anche due “evoluzionisti” che, per completare l’ameno quadretto, pare abbiano accettato di partecipare alla singolar tenzone: Gianluca Bocchi ed Enrico Giannetto, rispettivamente filosofo e storico della scienza. Tuttavia qualcosa non quadra (ma in ambito creazionista non è certo una novità): Sylvie Coyaud riporta che nessuno dei due pare essere a conoscenza della loro futura presenza al congresso!. Oltre a ciò, fa una breve indagine statistica dei creazionisti partecipanti: maschi 100%; ingegneri 50%; fede incerta 30%; mormoni/avventisti 30%; testimoni di Geova 20%; cattolici 20%, ancora una volta confermando la correlazione creazionismo e laurea in ingegneria (seriamente nota come “ipotesi di Salem”).

Ciò che stupisce di più è che mentre di evoluzione ce n’è sempre una, di creazioni ce ne sono molte, tante quante sono le fedi dei proponenti. Mentre l’ecumenismo scarseggia, in queste occasioni si festeggia tutti insieme: basta essere “contro l’evoluzione” non importa come.

Quando si dice un “pensiero forte”…

Giorgio Tarditi Spagnoli