Il fitoplancton che elude i predatori

Un piccolo organismo unicellulare che occupa un ruolo molto importante nel ciclo del carbonio a livello globale dimostrerebbe comportamenti condizionati molto complessi. Infatti, da uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences emerge che la specie Phaeocystis globosa, appartenente al fitoplancton, sarebbe in grado di modificare il suo stile di vita in relazione alle pressioni dei predatori.

Un piccolo organismo unicellulare che occupa un ruolo molto importante nel ciclo del carbonio a livello globale dimostrerebbe comportamenti condizionati molto complessi. Infatti, da uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences emerge che la specie Phaeocystis globosa, appartenente al fitoplancton, sarebbe in grado di modificare il suo stile di vita in relazione alle pressioni dei predatori.

Questo organismo può condurre una vita libera unicellulare o aggregarsi in colonie di milioni di individui. Un gruppo di ricercatori del Georgia Institute of Technology ha dimostrato, attraverso osservazioni e simulazioni in laboratorio, che Phaeocystis globosa è in grado di passare da una forma all’altra per proteggersi dagli attacchi dei diversi predatori. Infatti, questa specie viene predata da piccoli organismi zooplanctonti, quali alcuni protozoi ciliati, quando vive come singola cellula e da alcuni crostacei copepodi quando si riunisce nelle sue tipiche colonie dalla forma sferica. La strategia migliore per salvarsi dai ciliati è quella di compattarsi e generare una colonia di dimensioni tali da non essere predata; al contrario per eludere i copepodi è conveniente passare alla vita di cellula solitaria, troppo piccola per risultare appetibile.

Lo studio, finanziato dalla U.S. National Science Foundation e dalla U.S. Environmental Protection Agency, ha evidanziato che Phaeocystis globosa diminuisce la formazione di colonie tra il 60 e il 90% in risposta a segnali chimici emessi dai copepodi, mentre i segnali dei ciliati incrementano le aggregazioni di circa il 25%. Il tempo medio trascorso per effettuare la transizione è di 6 giorni ma è ancora più impressionante l’entità di questa transizione. Infatti la differenza dimensionale tra una singola cellula e una colonia è pari a quella tra una zanzara e 3000 elefanti!

Complesse strategie difensive sono ben conosciute nelle piante superiori ma per la prima volta emergono evidenze sperimentali di un comportamento di elusione dei predatori specie-specifico in un organismo unicellulare del fitoplancton marino.

Andrea Romano

La fotografia, che immortala un gruppo di diatomee al microscopio, è tratta da Wikipedia.