Il genoma piu’ piccolo

E’ Nancy Moran, biologa evolutiva della University of Arizona, a dare oggi l’annuncio della scoperta dalle pagine di Science. Il genoma di questo batterio e’ stato da poco completamente sequenziato dai colleghi giapponesi della Moran, Nakabachi e Hattori: i ricercatori sono rimasti davvero stupiti nel verificare che poco meno di 160.000 basi (contro i nostri tre miliardi) costituiscono l’intero patrimonio

E' Nancy Moran, biologa evolutiva della University of Arizona, a dare oggi l'annuncio della scoperta dalle pagine di Science. Il genoma di questo batterio e' stato da poco completamente sequenziato dai colleghi giapponesi della Moran, Nakabachi e Hattori: i ricercatori sono rimasti davvero stupiti nel verificare che poco meno di 160.000 basi (contro i nostri tre miliardi) costituiscono l'intero patrimonio genetico di questo microorganismo; molto meno di quanto si potesse pensare in base a cio' che attualmente si ritiene possa essere il minimo genoma necessario per la vita. C. ruddii sintetizza preziosi amminoacidi, permettendo al suo ospite di arricchire la propria dieta, di solito alquanto povera: in cambio riceve numerosi benefici, sia in termini di metaboliti che in termini di protezione dall'ambiente esterno. Il legame endosimbiotico diventa cosi' intimo che le due specie non possono piu' fare a meno l'una dell'altra.

Nel corso dell'evoluzione alcuni insetti hanno sviluppato speciali siti, i batteriomi, dotati di cellule dette batteriociti  in cui ospitano i loro endosimbionti: e' proprio questo ambiente estremamente protetto che ha portato nel tempo alla perdita di gran parte del genoma del batterio, che oggi non necessita piu' delle molteplici vie metaboliche essenziali per la sopravvivenza nel mondo esterno. E' probabile inoltre che il percorso evolutivo di questa simbiosi abbia portato al trasferimento di parte dei geni del batterio nel genoma dell'insetto, lasciando a quest'ultimo l'onere di produrre alcuni metaboliti essenziali: forse, in una speculazione cara a Lynn Margulis, C. ruddii si sta addirittura apprestando a diventare un semplice organulo in un organismo piu' grande.

Paola Nardi