Il volo planato dei…rettili!

No, questa volta Steven Spielberg e la fantascienza non c’entrano. I serpenti volanti non sono il frutto della mente fantasiosa di chi sa quale regista, bensì sono il prodotto di meticolosi adattamenti prodotti dalla selezione naturale. In particolare, si tratta di cinque specie appartenenti al genere Chrysopelea, serpenti arboricoli i cui movimenti planatori di ramo in ramo sono stati studiati

No, questa volta Steven Spielberg e la fantascienza non c’entrano. I serpenti volanti non sono il frutto della mente fantasiosa di chi sa quale regista, bensì sono il prodotto di meticolosi adattamenti prodotti dalla selezione naturale.

In particolare, si tratta di cinque specie appartenenti al genere Chrysopelea, serpenti arboricoli i cui movimenti planatori di ramo in ramo sono stati studiati da un gruppo di biologi guidato da Jake Socha della Virginia Tech. I ricercatori hanno utilizzato quattro telecamere per filmare i serpenti mentre planavano da una superficie situata a 24 metri di altezza. In seguito, grazie a queste riprese, gli scienziati hanno ideato modelli 3D che mostrano con chiarezza la posizione “strategica” dei rettili volanti necessaria per mantenersi sospesi in aria.

In particolare Socha e colleghi hanno evidenziato che, durante la caduta, i serpenti indirizzano il corpo con un angolo di 25° mantenendo il capo rivolto verso l’alto e la coda in basso, oltre che appiattirsi e torcere le costole. Questo tipo di movimento risulta essere molto utile per acquisire una corretta posizione aerodinamica.

Ma l’elemento fondamentale, necessario per una buona riuscita del volo, è la posizione ad “S” assunta dal loro corpo. Questa conformazione, infatti, permette ai serpenti Chrysopelea di sviluppare una maggiore portanza rispetto ad una disposizione del corpo rettilinea. Secondo gli autori, “con la forma ad “S” è possibile che la parte anteriore del serpente crei una scia che interagisce con la regione posteriore del corpo, sollevandola”.

In questo modo il peso viene controbilanciato efficacemente dalla componente aerodinamica generata e, quindi, l’animale è in grado di direzionare e di decidere quando terminare la planata semplicemente dirigendo la parte anteriore del corpo verso il basso.

Qui un video

Daniel Patelli

Riferimenti:
John J Socha, Kevin Miklasz, Farid Jafari and Pavlos P Vlachos. Non-equilibrium trajectory dynamics and the kinematics of gliding in a flying snake. Bioinspiration and Biomimetics, 24 November 2010

Immagine: The paradise tree snake, C. paradisi, can glide dozens of meters from tree to tree.
Credit: Jake Socha, Virginia Tech.