In marcia verso il mutualismo

Un parassita, per definizione, impone un costo al proprio ospite. A volte, però, accade che l’ospite sia tollerante nei suoi confronti, in quanto il parassita stesso può mitigare il danno perpetrato alle proprie vittime, aiutandole. Un caso del genere è stato documetato sulle pagine della rivista Evolution, tra due specie di uccelli. I protagonisti di questa vicenda sono il garrulo

Un parassita, per definizione, impone un costo al proprio ospite. A volte, però, accade che l’ospite sia tollerante nei suoi confronti, in quanto il parassita stesso può mitigare il danno perpetrato alle proprie vittime, aiutandole. Un caso del genere è stato documetato sulle pagine della rivista Evolution, tra due specie di uccelli.

I protagonisti di questa vicenda sono il garrulo bicolore (Turdoides bicolor; nell’immagine), un passeriforme che vive nelle savane dell’Africa meridionale e che si nutre prevalentemente di invertebrati che caccia sul terreno, e il drongo codaforcuta (Dicrurus adsimilis), il suo cleptoparassita che cerca di rubargli il cibo. In particolare, il drongo emette falsi richiami di allarme che segnalano la presenza di un predatore, solitamente uccelli rapaci, manguste e serpenti, per distrarre il garrulo e sottrargli la preda che ha appena catturato con tanta fatica. Nonostante l’ingente costo pagato dall’ospite in favore del parassita, il garrulo sembra ben tollerare la presenza del drongo. Inoltre, il parassita, invece di nascondere la propria presenza, annuncia il proprio arrivo con evidenti vocalizzazioni (chiamate twank). Perchè il parassita è tollerato dall’ospite? E perchè il parassita annuncia con tanta enfasi la propria presenza?

Come sottolinea un team di ricercatori delle Università di Bristol, Cambridge and Città del Capo, oltre a rubare il cibo, il drongo si comporta anche da vera e propria sentinella, segnalando quando realmente è presente un predatore (sebbene talvolta menta e sottragga il cibo). La conseguenza diretta è che in presenza del drongo l’efficienza di foraggiamento del garrulo aumenta considerevolmente: infatti, quest’ultimo, nonostante non aumenti il tempo dedicato alla caccia degli invertebrati, cattura un numero maggiore di prede, in quanto riduce il tempo speso a vigilare e si addentra in spazi aperti (cosa che non accade quasi mai in assenza di sentinelle) dove è possibile avere accesso ad una maggiore gamma di artropodi.

Il garrulo, quindi, tollera il drongo in quanto in sua presenza può foraggiare con relativa tranquillità ed incrementare il numero di prede catturate. Questo, ovviemente, è vantaggioso anche per il parassita che ha maggiori possibilità di lanciare un falso grido di allarme e rubare la preda all’ospite con maggior frequenza. Questo meccanismo, sostengono i ricercatori, potrebbe aver ridotto la selezione per l’evoluzione di una strategia difensiva nei confronti del cleptoparassita e potrebbe rappresentare una situazione di transizione tra una situazione di parassitismo e una di mutualismo.

Bisogna sottolineare, però, che i garruli non si fidano completamente dei dronghi. Infatti, quando la sentinella è un individuo conspecifico l’efficienza di foraggiamento aumenta ancora. La strada è ancora lunga, ma chissà che queste due specie possano iniziare a vivere fianco a fianco come mutualisti.

Andrea Romano

Riferimenti:
Andrew N. Radford, Matthew B. V. Bell, Linda I. Hollén, Amanda R. Ridley. Singing for Your Supper: Sentinel Calling by Kleptoparasites Can Mitigate the Cost to Victims. Evolution, 2010; DOI: 10.1111/j.1558-5646.2010.01180.x