Invasori

In un celebre film di fantascienza che mi è capitato di rivedere in queste vacanze (Il giorno dei trifidi) dal cielo cadono numerosi meteoriti che portano spore aliene. Da queste spore, complice il calore estivo (!),  prenderanno vita misteriose e fameliche piante in grado di divorare ogni uomo che incontrano. Come contrastare questa tremenda invasione? Non preoccupatevi a tutto vi

In un celebre film di fantascienza che mi è capitato di rivedere in queste vacanze (Il giorno dei trifidi) dal cielo cadono numerosi meteoriti che portano spore aliene. Da queste spore, complice il calore estivo (!),  prenderanno vita misteriose e fameliche piante in grado di divorare ogni uomo che incontrano. Come contrastare questa tremenda invasione? Non preoccupatevi a tutto vi è soluzione.. per lo meno nei film di fantascienza.

Il problema delle specie invasive viene invece analizzato seriamente in un articolo recentemente pubblicato sulla rivista Evolutionary Applications. In particolare, sull’ultimo fascicolo è presente un interessante articolo di Carol Eunmi Lee e Gregory William Gelembiuk del Center of Rapid Evolution (University of Wisconsin, Madison, USA) dal titolo “Evolutionary origins of invasive populations“.

Il problema delle specie invasive è oggi estremamente serio e sarebbe molto interessante capire secondo quali meccanismi una specie invasiva può avere successo nel colonizzare un nuovo habitat. E’ solamente una questione di disponibilità di una nicchia ecologica o intervengono altri fattori? Le specie invasive devono essere dotate di una maggiore evolvibilità rispetto alle specie già presenti? Quali fattori ne influenzano l’evoluzione nel nuovo habitat?

Riuscire a dare una risposta a queste domande ha interessanti ripercussioni non solamente a livello culturale, ma anche a livello pratico perchè ci può dare indicazioni su come gestire le specie invasive, il cui numero sembra crescere di giorno in giorno. Come sottolineato dagli stessi autori dell’articolo: “La nostra comprensione dei fattori che contribuiscono all’evoluzione delle specie invasive è al momento scarsa. In particolare, la nostra abilità di fare previsioni concrete del potenziale invasivo delle diverse specie dovrebbe essere migliorata ricorrendo ad analisi empiriche e quantitative della situazione degli habitat di provenienza delle specie potenzialmente invasive. Sortunatamente però queste informazioni sono per ora assenti per la maggior parte delle specie invasive. L’integrazione di queste informazioni relative alle condizioni ambientali degli habitat originali delle specie invasive (quali l’ampiezza e la durata delle fluttuazioni ambientali) con la conoscenza delle risposte delle popolazioni autoctone ci potrebbe permettere di capire quali condizioni ambientali potrebbero dare origine alla colonizzazione di un nuovo habitat da parte di specie invasive. Il conseguimento di questo risultato ci potrebbe permettere di concentrare i nostri sforzi sulla gestione di quelle popolazioni che potrebbe maggiormente resistere o adattarsi al nuovo contesto ambientale realizzatosi a seguito dell’arrivo di specie invasive“.

Mauro Mandrioli

 

Nota: per chi è interessato alla situazione italiana un buon sito è Specie aliene invasive in Italia a cura di Laura Bonesi e Marianna Vascotto. Inoltre, un interessante articolo su questo argomento è presente sul blog “L’orologiaio miope“.

 

Carol Eunmi Lee, Gregory William Gelembiuk (2008) Evolutionary origins of invasive populations. Evolutionary Applications 1: 427-448.

 

Fonte immagine: Evolutionary Applications