Ipotesi e paradigmi

E’ imminente la pubblicazione dell’articolo: About hypotheses and paradigm: Exploring the descreteness-chance paradigm. Medical Hypotheses, Volume 66, Issue 1, 2006, Pages 188-192 L’autore, Eugene Kaellis, affronta in questo articolo, il problema delle influenze sociali e culturali sui prevalenti paradigmi scientifici. Generalmente un’ipotesi scientifica obbedisce a un determinato paradigma scientifico, definito da Thomas Kuhn come “ una costellazione di conclusioni –

E’ imminente la pubblicazione dell’articolo: About hypotheses and paradigm: Exploring the descreteness-chance paradigm. Medical Hypotheses, Volume 66, Issue 1, 2006, Pages 188-192 L’autore, Eugene Kaellis, affronta in questo articolo, il problema delle influenze sociali e culturali sui prevalenti paradigmi scientifici. Generalmente un’ipotesi scientifica obbedisce a un determinato paradigma scientifico, definito da Thomas Kuhn come “ una costellazione di conclusioni – concetti, valori, tecniche – condivise da una comunità scientifica e usate dalla comunità per definire problemi e soluzioni lecite”. Tali paradigmi di riferimento cambiano e vengono sostituiti in mancanza di prove empiriche o per via dell’emergere di ipotesi alternative. Ma il fattore che più di ogni altro determina tale cambiamento è rappresentato senza dubbio dall’influenza dell’ambiente culturale-sociale e dalle condizioni politico-economiche. Sarebbe tale ambiente a permettere il prevalere di una teoria scientifica a discapito di un’altra. La storia della scienza è ricca di esempi di questo tipo. Famoso è il caso del rifiuto della teoria copernicana, in favore di quella tolemaica, perché maggiormente aderente alla cultura cristiana dominante del XVI secolo. L’autore considera questo insieme di fattori alla base di quello che egli definisce il Discreteness-Chance Paradigm (DCP), paradigma che avrebbe dominato in maniera preponderante la fisica e la biologia per più di un secolo e secondo il quale la natura dei cambiamenti, sia in ambito fisico che biologico, non sarebbe determinabile con certezza, e sarebbe invece governata da effetti di tipo statistico e probabilistico. Kaellis propone in questo articolo un parallelismo tra il concetto di probabilità quantistica e quello di mutazione genetica, cercando di dimostrare come entrambe queste discipline abbiano contribuito alla formazione del DCP, data la loro stretta relazione con gli eventi socio-culturali del tempo. Ampio spazio viene dedicato ad un’analisi della teoria darwiniana della Selezione Naturale e al suo profondo legame con la cultura dell’Inghilterra vittoriana. Daniela Suman