La sosta dei nativi americani

Una nuova ipotesi sulla migrazione che ha portato alla prima colonizzazione umana del continente americano prevede che gli antenati dei nativi americani abbiano sostato per circa 10 mila anni nell’istmo di terra che collegava Siberia e Alaska

Gli antenati dei nativi americani, dopo essere migrati dall’Asia e prima di diffondersi in America, potrebbero aver trascorso fino a 10 mila anni nell’istmo di terra chiamato Beringia, ora sommerso, che collegava le attuali Siberia e Alaska. Lo indicano prove genetiche e ambientali discusse su Science da tre ricercatori delle università di Colorado, Utah e Royal Halloway di Londra. Gli studiosi – due archeologi e un paleoecologo – argomentano al contempo come le prove archeologiche di questa permanenza sarebbero invece perdute, perché fagocitate dall’oceano.
Gli antenati dei nativi americani avrebbero abitato questa regione tra 25 mila e 15 mila anni fa, data in cui il ritirarsi dei ghiacci avrebbe poi permesso la colonizzazione del continente americano. La provenienza e il percorso di questa migrazione non sono in discussione. La natura inospitale della Beringia, che secondo le ricostruzioni passate era composta da una tundra priva di alberi o animali sufficienti alla sussistenza di larghe popolazioni, faceva però presupporre non potesse essere stata abitata per lunghi periodi. In anni recenti, tuttavia, scavi nel mare di Bering e lungo le coste dell’Alaska hanno rivelato sedimenti di pollini, piante e insetti fossili che suggeriscono come quel territorio non fosse così brullo, ma punteggiato da “rifugi” in cui erano presenti arbusti e persino alberi come abeti, betulle, salici e ontani.
Studi sul DNA mitocondriale hanno stabilito che il genoma dei nativi americani si sia stabilizzato circa 25 mila anni fa e abbia iniziato a diffondersi nel continente americano circa 15 mila anni fa. Perché avvenga una differenziazione, una popolazione deve rimanere isolata: difficile questo potesse avvenire in Siberia, dove ci sarebbero potuti sempre essere contatti con altri gruppi asiatici. L’ipotesi che gli esseri umani abbiano abitato la terra di Bering per circa 10 mila anni, in isolamento rispetto ad altre popolazioni, aiuterebbe quindi a spiegare dove tale pool genico si sia sviluppato.
Stefano Locati
Riferimenti:
John F. Hoffecker, Scott A. Elias, Dennis H. O’Rourke. 2014, Out of Beringia?, Science, vol. 343 no. 6174, pp. 979-80, doi: 10.1126/science.1250768
Crediti immagine: The Bering Strait, separating Siberia from Alaska in the North Pacific. NASA image, taken by MISR sattelite; autore: Nasa. Fonte Wikimedia Commons