La specie modello per gli studi sulle ascidie si sdoppia

Ciona intestinalis, la specie modello per lo studio delle ascidie, diventa ora due specie: uno studio italiano

Ciona intestinalis è considerata, tra le ascidie, il modello per eccellenza. E’ una specie cosmopolita, che vive in acque poco profonde, facilmente allevabile e reperibile. Il suo genoma è stato sequenziato nel 2002 e per questa specie sono disponibili le più moderne tecniche di biologia molecolare. Il Tunicate Web Portal, il portale che raggruppa i principali siti ove sono consultabili databases sulle ascidie, è quasi esclusivamente basato sui dati di genomica, proteomica, trascrittomica, espressione genica e anatomia di Ciona intestinalis. Numerosissimi laboratori sparsi nel mondo la utilizzano, soprattutto per studi di biologia dello sviluppo e di evo-devo. Esistono anche dei laboratori che offrono un servizio di raccolta in natura di animali e spedizione.

Questo ampio utilizzo di animali prelevati in natura in diverse località si basa naturalmente sull’assunto che gli animali appartengano tutti alla stessa specie. Tuttavia, nel 2005 è comparso il primo studio che
segnalava la presenza di due specie criptiche all’interno di Ciona intestinalis, che vennero definite tipo A e tipo B, distinguibili solo su base molecolare. I due tipi apparivano distribuiti in maniera differente: il tipo B era esclusivo delle coste del nord Atlantico (sia est che ovest), il tipo A era distribuito in tutti gli altri mari. I due tipi erano in simpatria solo nel Canale della Manica. Nella Laguna di Venezia, per esempio, è sempre stato trovato solo il tipo A.

Dal 2005 a oggi, questi dati sono stati confermati dal susseguirsi di studi basati su diversi markers molecolari (diversi loci del genoma, DNA mitocondriale, microsatelliti, sequenza barcode cox1). Altri studi hanno segnalato alcune caratteristiche anatomiche che permettevano una certa distinzione degli individui appartenenti ai due tipi: si trattava di caratteri riferiti principalmente alla pigmentazione e alla struttura della tunica che riveste gli organismi. Purtroppo i caratteri non avevano valore tassonomico, non essendo esclusivi di un tipo piuttosto che dell’altro.

Una collaborazione tra diversi atenei italiani e altri stranieri ha riconsiderato la morfologia degli individui adulti e delle larve, individuando caratteri morfologici che permettono la distinzione tassonomica inequivocabile dei due tipi. In particolare, il tipo A presenta dei tubercoli sulla tunica che erano già stati descritti dai ricercatori giapponesi Hoshino Z.I. e Tokioka T. nel 1967 nella specie giapponese Ciona robusta, successivamente sinonimizzata in Ciona intestinalis. Pertanto, la ricerca assegna il nome Ciona robusta a Ciona intestinalis di tipo A (quindi anche alla specie presente in Laguna), mentre al tipo B è stato lasciato il nome di Ciona intestinalis. Questa scelta si è basata anche sul fatto che la specie era stata descritta originariamente da Linneo (come Ascidia intestinalis), verosimilmente sulla base di individui prelevati nei mari del nord Europa.

Non essendo più disponibile l’olotipo depositato da Linneo, i ricercatori hanno provveduto a depositare un nuovo tipo (neotipo) presso il Museo di Scienze Naturali di Venezia e alcuni paratipi presso lo stesso
Museo e il Museo di Zoolgia dell’Università di Padova. Assieme ad esemplari adulti in formalina, sono stati anche depositati un frammento di tessuto in alcol per le eventuali future analisi molecolari.

Riferimenti:

Pennati R, Ficetola GF, Brunetti R, Caicci F, Gasparini F, Griggio F, et al. (2015) Morphological Differences between Larvae of the Ciona intestinalis Species Complex: Hints for a Valid Taxonomic Definition of Distinct Species. PLoS ONE 10(5): e0122879. doi:10.1371/journal.pone.0122879

Brunetti R, Gissi C, Pennati R, Caicci F, Gasparini F, Manni L (2015) Morphological evidence that the molecularly determined Ciona intestinalis type A and type B are different species: Ciona robusta and Ciona intestinalis. Article first published online: Journal of Zoological Systematics and Evolutionary Research. DOI: 10.1111/jzs.1210


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