La vocazione cooperativa dell’edredone

Se era gia’ noto che le femmine di edredone si riunissero talvolta in gruppi per espletare questo importante compito,  uno studio pluriennale su una popolazione di edredoni finlandesi, diretto da Markus Öst dell’Universita’ di  Helsinki, ha rivelato per la prima volta come questi uccelli siano dotati di una sofisticata capacita’ di socializzazione e contrattazione, che porta a determinare il massimo

Se era gia’ noto che le femmine di edredone si riunissero talvolta in gruppi per espletare questo importante compito,  uno studio pluriennale su una popolazione di edredoni finlandesi, diretto da Markus Öst dell’Universita’ di  Helsinki, ha rivelato per la prima volta come questi uccelli siano dotati di una sofisticata capacita’ di socializzazione e contrattazione, che porta a determinare il massimo profitto per i partecipanti di un’alleanza che ha come scopo l’ottimizzazione riproduttiva.

In uno studio i cui risultati appaiono nel numero di Gennaio della rivista The American Naturalist, Öst e i suoi colleghi hanno dapprima messo a punto un modello teorico, basato sulla teoria dei giochi, che prevedesse il comportamento evolutivamente stabile dei gruppi coinvolti; in seguito il modello e’ stato messo alla prova sul campo, osservando il reale comportamento delle femmine. Dalle ripetute osservazioni si e’ stato possibile appurare che le femmine con gli anatroccoli, prima di dividersi in gruppi di varia numerosita’, si dedicano a un paziente lavoro di negoziazione alla ricerca delle migliori compagne: quando si forma il gruppo, composto al massimo da quattro femmine, ciascun individuo accetta di ricoprire un ruolo ben preciso. I piccoli saranno accuditi dal gruppo cosi’ costituitosi, e sara’ assicurato loro calore, cibo e protezione dai predatori: non tutte le posizioni nella nidiata saranno equivalenti (quelle centrali sono le piu’ ambite), e anche questo aspetto sara’ stato oggetto di intensa contrattazione. Le strategie di comportamento conducono ciascuna femmina a cercare di massimizzare il proprio guadagno, a patto che questo non si spinga fino a determinare l’abbandono di una sua compagna, che trovi  inaccettabili le condizioni poste.

Grazie ai complessi comportamenti dimostrati, l’edredone non solo entra di diritto nel novero degli animali riconosciuti come cooperative breeders, ma ne rappresenta al tempo stesso un modello particolarmente sofisticato.

Paola Nardi