L’alba dei teropodi

La nuova specie, descritta sull’ultimo numero di Science, è stata rinvenuta nella Formazione di Ischigualasto in Argentina in uno strato datato circa 230 milioni di anni fa ed è stata battezzata Eodromaeus, che significa ‘corridore dell’alba’. ‘Corridore’ in quanto era un predatore che, quindi, inseguiva le sue prede, ‘dell’alba’ dal momento visse in un periodo molto precoce dell’evoluzione di questi

La nuova specie, descritta sull’ultimo numero di Science, è stata rinvenuta nella Formazione di Ischigualasto in Argentina in uno strato datato circa 230 milioni di anni fa ed è stata battezzata Eodromaeus, che significa ‘corridore dell’alba’. ‘Corridore’ in quanto era un predatore che, quindi, inseguiva le sue prede, ‘dell’alba’ dal momento visse in un periodo molto precoce dell’evoluzione di questi grandi dinosauri carnivori. Diversamente dai sui discententi, Eodromaeus non superava i due metri di lunghezza e i sette chilogrammi di peso, ma aveva alcune caratteristiche da tipico cacciatore, come le potenti zampe posteriori con cui inseguiva le prede e i denti aguzzi con cui sferrava loro il colpo di grazia.

Per alcune caratteristiche del cranio e del bacino, molto primitive ma che saranno poi comuni a tutti i dinosauri carnivori successivi, i ricercatori sostengono che si tratti di un teropode basale. Eodromaeus andrebbe quindi a sostituendosi a Eoraptor lunensis, un piccolo dinosauro anch’esso vissuto 230 milioni di anni fa nelle medesime regioni, che era considerato il progenitore dei teropodi. Dopo il confronto con Eodromaeus, tuttavia, ora sembra possa trattarsi di un antenato dei dinosauri sauropodi, i grossi erbivori come il Brachiosaurus e il Diplodocus.

Questo ritrovamento, unito alla nuova attribuzione tassonomica e filogentica di Eoraptor, sottolinea come già 230 milioni di anni fa, all’alba dei dinosauri, questi animali erano già abbastanza diversificati, mostrando adattamenti diversi in relazione a stile di vita e dieta prevalente. Non è quindi più scontato, concludono i ricercatori, che la straordinaria diffusione dei dinosauri fu una conseguenza della scomparsa dei loro maggiori competitori, ma è possibile che questi animali fossero comunque ‘destinati’ a dominare il mondo per i successivi 150 milioni di anni.

Andrea Romano

Riferimenti:
Ricardo N. Martinez, Paul C. Sereno, Oscar A. Alcober, Carina E. Colombi, Paul R. Renne, Isabel P. Montañez, Brian S. Currie, A Basal Dinosaur from the Dawn of the Dinosaur Era in Southwestern Pangaea, Science 14 January 2011: 206-210.