L’anello spezzato del luì verdastro

Uno studio recente mette in discussione alcune ipotesi sull’evoluzione di una delle rare specie ad anello

Il luí verdastro (Phylloscopus trochiloides) è un uccello passeriforme diffuso in Europa e Asia, da tempo considerato un esempio di evoluzione avvenuta gradualmente passando attraverso forme intermedie. Ma secondo uno studio coordinato da Miguel Alcaide e Darren Irwin, dell’Università della British Columbia, la realtà potrebbe essere più complessa.
Il luì verdastro appartiene a quelle che i biologi chiamano specie ad anello; si tratta di specie all’interno delle quali si è verificata una graduale variazione di una o più caratteristiche morfologiche, dovuta a differenze altrettanto graduali negli ambienti in cui esse vivono, che si trovano intorno ad una barriera ecologica non abitabile dalla specie in questione. Ciò ha portato alla formazione di sottopopolazioni la cui distribuzione lineare è simile a quella geografica dei loro habitat. Ciascuna di queste sottopopolazioni è in grado di riprodursi con la popolazione vicina. Il graduale accumulo di differenze, però, ha fatto sì che la prima e l’ultima popolazione non siano più in grado di riprodursi fra di loro. Per questo motivo, le specie ad anello vengono considerate un esempio di speciazione in diretta: ogni sottopopolazione rappresenterebbe infatti una forma intermedia fra le due popolazioni estreme, che non essendo più in grado di incrociarsi fra di loro potrebbero essere diventate due specie diverse.
Nell’altopiano tibetano esistono sei sottospecie di luì verdastro, ciascuna delle quali occupa un proprio territorio. La disposizione di questi territori forma un anello spezzato, con le due popolazioni più differenti che si incontrano a nord, nella Siberia centrale (figura 1). Fin da quando sono state osservate per la prima volta negli anni Trenta, queste due popolazioni sono state ritenute incapaci di incrociarsi fra di loro. I ricercatori guidati da Alcaide e Irwin hanno analizzato il genoma di queste sottospecie per ricostruirne l’evoluzione da un punto di vista genetico e geografico. I loro risultati, pubblicati su Nature, mostrano che le due popolazioni siberiane si sono incrociate, anche se solo occasionalmente: alcune piccole regioni del genoma della sottospecie più occidentale sono state infatti trovate nel genoma della sottospecie orientale.
I ricercatori hanno inoltre scoperto che le graduali differenze esistenti fra le diverse popolazioni in tratti come il piumaggio e il tipo di canto, non corrispondono a differenze altrettanto graduali a livello genetico. La variazione dei geni, nel passaggio da una sottospecie alla successiva, è anzi risultata essere irregolare, il che rappresenta un’ulteriore prova del fatto che il rapporto fra geni e caratteristiche morfologiche non è lineare. 
Pur sollevando dubbi sull’ipotesi che il luì verdastro possa effettivamente essere considerato un raro esempio di speciazione dovuto alla distanza geografica, lo studio conferma il graduale cambiamento di fenotipi nelle diverse sottospecie di questo animale, innescato da variazioni non necessariamente graduali nel loro genoma.
Michele Bellone
Riferimenti:
Miguel Alcaide, Elizabeth S. C. Scordato, Trevor D. Price, Darren E. Irwin. Genomic divergence in a ring species complex. Nature (2014) doi:10.1038/nature13285