L’asino, un fedele aiutante da 5000 anni

L’asino (Equus asinus) è stato un animale di fondamentale importanza nel contesto dello sviluppo delle società umane antiche: il suo addomesticamento lo ha reso infatti un utile mezzo di trasporto sia nelle zone pastorizie africane che in quelle asiatiche. Il sodalizio con l’uomo è andato avanti nel tempo, poiché è un animale di estrema robustezza, incredibilmente resistente e più adatto

L’asino (Equus asinus) è stato un animale di fondamentale importanza nel contesto dello sviluppo delle società umane antiche: il suo addomesticamento lo ha reso infatti un utile mezzo di trasporto sia nelle zone pastorizie africane che in quelle asiatiche. Il sodalizio con l’uomo è andato avanti nel tempo, poiché è un animale di estrema robustezza, incredibilmente resistente e più adatto del cavallo a percorrere lunghi tragitti su territori accidentati. Lo sfruttamento di queste sue caratteristiche è ancora diffuso in molte zone rurali del nostro pianeta.

Un gruppo di ricercatori, guidato da Fiona Marshall, professoressa di Antropologia alla Washington University di St. Louis, ha trovato prove di un parziale addomesticamento dell’asino già circa 5000 anni fa, in pieno periodo egizio. Lo studio è stato effettato ad Abydos, in Egitto, analizzando dieci scheletri di asini rinvenuti in tre tombe appositamente costruite per loro all’interno del complesso funerario di uno dei primi faraoni. Precedenti ricerche genetiche avevano evidenziato la vicinanza filogenetica dell’asino addomesticato con l’asino selvatico africano (Equus africanus).
 
La difficoltà di questo tipo di ricerche è sempre stata quella di datare con certezza le fasi dell’addomesticamento di questo animale, a causa della difficoltà di rinvenire prove che lo evidenziassero. I ricercatori, sulle pagine di PNAS, hanno pertanto effettuato un’analisi comparata tra gli scheletri rinvenuti ad Abydos, quelli di alcuni asini attuali ed altri di asini selvatici africani. Le analisi hanno dimostrato che gli scheletri rinvenuti sono complessivamente simili a quelli della specie selvatica, ma differiscono in alcune misure: la profondità della colonna centrale degli esemplari di Abydos è intermedia tra quella delle altre due specie, mentre l’ampiezza della colonna è simile a quella dell’asino selvatico africano. Inoltre, un’analisi morfometrica delle ossa delle zampe ha indicato anche in questo caso una situazione intermedia, mentre quella dei metacarpi indica una maggiore affinità con la specie selvatica.

Se da un punto di vista morfometrico  possono dunque esserci dei dubbi sul reale addomesticamento di questi asini di 5000 anni fa, esistono però prove inconfutabili a favore di questa ipotesi: infatti gli scheletri evidenziano patologie e malformazioni ossee compatibili solo con uno sforzo da carico.

Sembra dunque chiaro che il processo di addomesticamento dell’asino, come analogamente evidenziato per altri animali, sia un processo più lungo e meno lineare di quanto finora si fosse pensato, con una fase iniziale collocabile in epoca egizia intorno a 5000 anni fa, quando ancora il futuro animale da soma era decisamente più simile all’asino selvatico africano che non all’asino che tutti noi conosciamo.

Federico Ossi

La foto è di Andrea Romano