Le scuse a Darwin? Io non le faccio

Quando si pensa al dibattito tra evoluzionisti e creazionisti vengono subito in mente gli Stati Uniti ed indubbiamente in nessun altra nazione il dibattito è tanto accesso quanto negli USA. Tuttavia, la diffusione del creazionismo (o della sua forma derivata: l’intelligent design) non è un problema solamente americano. Un esempio è rappresentato dal museo “Genesis Expo” presente nella città di

Quando si pensa al dibattito tra evoluzionisti e creazionisti vengono subito in mente gli Stati Uniti ed indubbiamente in nessun altra nazione il dibattito è tanto accesso quanto negli USA. Tuttavia, la diffusione del creazionismo (o della sua forma derivata: l’intelligent design) non è un problema solamente americano. Un esempio è rappresentato dal museo “Genesis Expo” presente nella città di Portsmouth nel Regno Unito. La cosa curiosa di questo museo è che, sebbene abbia l’aspetto di un museo di Storia Naturale, è in realtà un museo creazionista realizzato dal “Creation Science Movement” per mostrare ai visitatori che l’evoluzione non è mai avvenuta, ma tutti i viventi sono stati creati come riferito nel libro della Genesi.  Come indicato in un recente articolo della BBC, il curatore del museo è Ross Rosevear che si descrive come creazionista e sostenitore dell’idea che la terra non abbia più di 10.000 anni e sia stata creata in sei giorni assieme a tutti i viventi.

Un aspetto interessante (preoccupante?) che indica che qualche cosa anche nel Regno Unito sta cambiando deriva da un intervento del Professor Michael Reiss, direttore della sezione Education della Royal Society il quale durante il British Association Festival of Science a Liverpool ha affermato che gli insegnati di scienze devono essere pronti a discutere con gli studenti di creazionismo, se gli studenti lo chiedono. Gli insegnanti di scienze non devono infatti ridicolizzare o denigrare ciò in cui gli studenti credono, anche se insegnano che la comunità scientifica non accetta il creazionismo. Questo intervento non è stato condiviso dalla comunità scientifica inglese e la Royal Society non è stata impassibile a questa presa di posizione di un loro esponente che parlava in veste ufficiale, tanto che ha annunciato le dimissioni Reiss dal suo incarico presso la Royal Society, dimissioni che sono state prontamente accettate.

Nel Regno Unito però l’insegnamento del creazionismo a scuola è in alcuni casi già una realtà, come dimostrato dall’Islamic Karimia Institute a Nottingham in cui viene insegnato ciò che è scritto nel Corano e quindi che Dio ha creato Adamo ed Eva e che da loro è poi derivata tutta l’umanità. Questa posizione, a dispetto della recente lettera di scuse della Chiesa Anglicana, è condivisa da altre congregazioni religiose ben radicate nel Regno Unito i cui fedeli vanno aumentando di giorno in giorno (per lo meno così raccontano le guide di queste comunità religiose) perché, come suggerito dal reverendo Greg Haslam “l’evoluzione porta alla futilità, parte dal nulla ed arriva al nulla, incoraggiando le persone ad uno stile di vita vuoto e materialistico e nessuno si meraviglia che questa visione della vita non soddisfi le persone”.

Sebbene l’attenzione venga sempre posta sull’evoluzione, è evidente che anche in Inghilterra viene messo in dubbio il modo stesso di operare della scienza, perché essere creazionisti non significa rigettare solamente la teoria dell’evoluzione, ma anche negare che tutto ciò che la fisica e le geologia ci hanno insegnato sulle origine del nostro pianeta è una falsità e quindi che tutto ciò che nega una interpretazione letterale dei testi sacri (che sia Bibbia o Corano in questo ambito non cambia nulla) è da considerare a priori falso. Visto quello che accade nella vicina Inghilterra è quindi evidente che la risoluzione 1580 dal titolo “The dangers of creationism in education” adottata dal Parlamento Europeo nel 2007 è più attuale che mai.

Mauro Mandrioli