Le tartarughe: benché rettili, sono mammiferi

Gli svarioni scientifici della sufficienza giornalistica

Cominciamo bene: “benché considerate rettili, le tartarughe sono fra i pochi mammiferi del mare.” Ora, rileggete bene la frase: “benché considerate rettili, le tartarughe sono fra i pochi mammiferi del mare.” No, ma davvero, l’avete letta bene? OK, vi credo. Bene, come molti di voi ricorderanno, almeno dai documentari di Piero Angela, o magari perfino dai libri con i cartoncini pop-up delle elementari, le tartarughe sono rettili. Le tartarughe sono rettili. LE TARTARUGHE SONO RETTILI.

Mi ricompongo. Con un aneddoto.

Ad esempio, ricordo che, nel momento in cui lessi questa sibillina affermazione, ne detti un’intellettualissima interpretazione: che l’enigma filogenetico degli anapsidi (gruppo di amnioti di cui fanno parte le tartarughe) fosse stato risolto in modo imprevedibile? Ovvero: che la posizione filogenetica delle tartarughe fosse, invece che alla base dei diapsidi (di cui fanno parte tutti gli altri rettili compresi gli uccelli), alla base dei sinapsidi (di cui fanno parte i mammiferi)? In assoluta buona fede, ho letto la frase in rivoluzionaria chiave cladistica. Liberissima interpretazione. Ma non un rasoio di Occam, bensì una spessa ghigliottina è caduta sulla mia testa, al leggere poi l’articolo.

Dimenticate quindi questi affascinanti enigmi della filogenesi e tornate alla gretta realtà: la realtà è che il giornalismo scientifico in Italia è raro come una tartaruga marina mammifera. Una mera chimera. L’equivoco ha probabilmente una radice semantica: mischia il concetto di mamma ai mammiferi e quindi alle abituali cure parentali pre-schiusa delle tartarughe marine (le tartarughe che “fanno da mamme” diventano “mammiferi”…). Ciò implica però, ahimè, che lo scrivente non avesse la benché minima idea del fatto che “mammiferi” sia, non solo un nome con una sua precisa etimologia (“portatori di mammelle” e non che “fanno da mamme”), ma soprattutto una realtà biologica (ovvero un gruppo naturale monofiletico) e non un generico aggettivo.

Tale frase è comparsa in un articolo del sito del Corriere della Sera, che reca il già degradante titolo di “Le immersioni delle Turtle Patrol, vice-madri delle tartarughe del Borneo” . Sì, avete letto bene, sul sito del Corriere della Sera e non, per esempio, sul blog Tarta-Rughe dove si trova ancor oggi fossilizzato nella sua imbarazzante forma originaria (… ma poi, non era un blog sulle tartarughe?!?).

L’articolo è stato pubblicato il 9 maggio 2011, poi prontamente e fortunatamente corretto il giorno seguente, ma non senza l’intervento di uno dei nostri pikaiani, Mauro Mandrioli, che ha prontamente commentato la frase portando alla sua rettificazione.

E questo è tutto per oggi, da “Le missioni delle Pikaia Patrol, vice-giornalisti scientifici dei giornalisti scientifici(?) italiani”.

Giorgio Tarditi Spagnoli