Le verdi montagne di Svezia

Le montagne della Svezia sono sempre più verdi. Per la prima volta da 8.000 anni ad oggi, alberi che richiedono temperature calde, come querce (Quercus sp.), olmi (Ulmus sp.), aceri (Acer sp.) e ontani (Alnus sp.) hanno ricominciato a colonizzare le zone di ecotono tra i boschi e i prati di altura. Queste le conclusioni di uno studio compiuto da

Le montagne della Svezia sono sempre più verdi. Per la prima volta da 8.000 anni ad oggi, alberi che richiedono temperature calde, come querce (Quercus sp.), olmi (Ulmus sp.), aceri (Acer sp.) e ontani (Alnus sp.) hanno ricominciato a colonizzare le zone di ecotono tra i boschi e i prati di altura. Queste le conclusioni di uno studio compiuto da Leif Kullman, professore di Geografia Fisica all’Università di Umeå, in Svezia.

Nel corso dell’ultimo secolo, la temperatura media è aumentata di più di un grado. La tendenza al raffreddamento che proseguiva da migliaia di anni si è arrestata, causando cambiamenti alla flora, alla fauna e ai paesaggi. Quello che sta accadendo oggi non è sostanzialmente diverso da quello che avvenne dopo l’ultima era glaciale. “Oltre allo scioglimento dei ghiacciai, c’è da considerare che il limite degli alberi si è alzato di 200 metri”, dice Kullman.

Questo fa sì che le aree senza alberi si restringano: ad esempio i betulleti stanno ritirandosi in favore di pini e abeti (Picea sp.), che sono più competitivi in un clima caldo e secco. Il paesaggio alpino sta quindi diventando più verde ed invitante. Molte piante un tempo limitate all’ecotono tra boschi e prati stanno rapidamente “scalando” i versanti delle montagne. Piante pioniere come il camenèrio (Epilobium angustifolium) e il sorbo (Sorbus sp.) stanno colonizzando il terreno esposto dallo scioglimento dei ghiacciai.

La biodiversità della flora alpina sta quindi avendo un’esplosione: sempre più piante, tra cui specie non native della Scandinavia come il pino delle dune (Pinus contorta) e il pino cembro (Pinus cembra), migrano verso l’alta montagna, dove trovano un clima a loro favorevole. Anche le comunità montane di piante stanno cambiando: molti muschi e piante a basso fusto, adattate a brevi periodi di crescita dopo lo scioglimento della neve in primavera, stanno venendo rimpiazzate da ericacee, che fanno assomigliare le montagne ad una steppa. Le torbiere montane si stanno seccando, salvo ripresentarsi ad altitudini maggiori, dove un tempo si trovavano solo ghiaia e sassi.

I cambiamenti nella flora, ovviamente, hanno un impatto anche sulla fauna montana. Kullman ha osservato alcune specie di farfalle (del genere Vanessa) e uccelli (come scriccioli, famiglia Troglodytidae) ad altitudini inusuali.

Questi studi, condotti nelle regioni montane della Svezia meridionale, costituiscono la base per altri studi, modelli e previsioni future. Secondo Kullman, “prevediamo un aumento di temperatura di 3 gradi entro il 2.100, che avrà come conseguenza la scomparsa delle aree montane brulle, sostituite da una vegetazione lussureggiante e da una flora più ricca dal punto di vista della biodiversità”.

Gabriele Ferrari

Fonte dell’immagine: Wikimedia Commons