L’evoluzione della reciprocita’ indiretta

Come conciliare selezione naturale e comportamento cooperativo e altruistico? Come spiegare l’evoluzione, nelle societa’ umane, della reciprocita’ indiretta (io aiuto te e qualcun altro aiutera’ me)? Martin A. Nowak e review recentemente pubblicata su Nature, i due autori esaminano lo stato attuale della conoscenza in materia, considerando soprattutto il comportamento umano. Gia’ negli anni ’70 Robert Trivers aveva infatti introdotto

Come conciliare selezione naturale e comportamento cooperativo e altruistico? Come spiegare l’evoluzione, nelle societa’ umane, della reciprocita’ indiretta (io aiuto te e qualcun altro aiutera’ me)?

Martin A. Nowak e Karl Sigmund dimostrano cosa accade quando un biologo ed un matematico collaborano alla comprensione di questa importante caratteristica delle societa’ umane. Nowak e Sigmund lavorano da anni allo studio di casi particolari di cooperazione, attraverso diverse varieta’ del cosiddetto Dilemma del Prigioniero, un noto problema della Teoria dei Giochi; circa sei anni fa i due studiosi hanno cominciato ad occuparsi di reciprocita’ indiretta, e il loro lavoro ha stimolato la nascita di molti gruppi di ricerca che operano oggi in questo campo. In una review recentemente pubblicata su Nature, i due autori esaminano lo stato attuale della conoscenza in materia, considerando soprattutto il comportamento umano. Gia’ negli anni ’70 Robert Trivers aveva infatti introdotto il concetto di reciprocita’ indiretta, parlando di “altruismo generale”: egli era soprattutto interessato a dimostrare la sua esistenza dal punto di vista etologico, negli animali, ma a tutt’oggi cio’ non e’ stato pienamente verificato. Le societa’ umane si dimostrano invece particolarmente inclini a un comportamento di reciprocita’, e in questo caso le azioni, buone o cattive, possono essere restituite anche ad un individuo diverso da quello che le ha perpetrate. Le societa’ moderne sono piu’ che mai costituite da gruppi molto numerosi, dove le interazioni raramente riguardano sempre le stesse coppie di individui. Molte discipline sono interessate allo studio di questo aspetto comportamentale: tra queste la biologia evolutiva e l’economia. La biologia evolutiva vuole capire i meccanismi attraverso i quali si sono evolute le societa’ umane che, contrariamente ad altre specie eusociali, sono spesso basate sulla cooperazione tra individui non imparentati. L’economia investiga oggi con particolare interesse le possibilita’ di successo di sistemi di mercato globale basati, ad esempio, sul commercio telematico, dove non c’e’ contatto diretto tra i diversi interlocutori: se l’interazione si compie tra sconosciuti, cresce l’importanza ed il ruolo di valori quali reputazione e fiducia.

Ecco che inevitabilmente si collega l’emergenza della reciprocita’ indiretta ad un evento particolare: la nascita e lo sviluppo delle norme morali. Le norme morali sono evidentemente diverse e specifiche delle varie culture, ma la capacita’ di elaborare un corpo di norme e’ universale tra le societa’ umane, e ve ne e’ scarsa traccia tra le altre specie animali: perche’ cio’ si verifichi e’ infatti necessario sviluppare notevoli capacita’ cognitive e di astrazione. La reciprocita’ indiretta richiede la facolta’ di immagazzinare informazioni, trasferirle a terzi ed elaborare strategie sofisticate: e’ stata forse questa la sfida selettiva che ha portato all’espansione del cervello umano?

La review esamina gli studi teorici e sperimentali sulla reciprocita’ indiretta. La maggior parte dei lavori si basa sulla trattazione del Dilemma del Prigioniero. Nell’ambito della reciprocita’ indiretta, ogni giocatore gioca parecchie volte, ma non incontra mai per piu’ di una volta tutti gli altri partecipanti. A questo punto le cattive azioni potrebbero innescare ritorsioni di cui saranno vittima anche giocatori incolpevoli: si puo’ ritenere che la maggiore circolazione di informazione evitera’ errori di ritorsione contro il soggetto sbagliato. Un tipico modello di reciprocita’ indiretta consiste in una popolazione dove gli individui si incontrano casualmente, ed ogni individuo agisce per numerosi turni, tuttavia senza mai incontrare due volte lo stesso individuo. Quando un individuo agisce nei confronti di un altro, i due saranno osservati da un sottogruppo della popolazione, il quale a sua volta informera’ altri individui: ogni individuo costruira’ cosi’ la sua lista della reputazione degli altri, e il linguaggio potra’ eventualmente contribuire alla sincronizzazione delle liste cosi’ costruite. Gli autori considerano nella review le varie strategie applicabili e verificano la loro possibilita’ di emergere e di essere evolutivamente stabili. Anche dal punto di vista sperimentale emergono conferme alle ipotesi teoriche: una maggiore informazione conduce ad un comportamento maggiormente cooperativo, e coloro che donano finiscono con il ricevere molto: esiste quindi un vantaggio strategico nell’essere generosi.

Gli autori indicano infine quali sono gli sviluppi futuri, sia teorici che sperimentali, sullo studio della reciprocita’ indiretta: si vuole andare oltre il contesto delle interazioni puramente economiche, ed analizzare aspetti quali il correlato fisiologico legato alla fiducia e al processo decisionale, l’emergenza delle capacita’ di linguaggio e delle norme morali, il ruolo della reputazione personale e del pregiudizio sociale. Tutto questo nell’ottica di migliorare la comprensione di alcuni dei piu’ importanti tratti umani.

E’ simpatico chiudere questa segnalazione con un popolare aneddoto del campione americano di baseball degli anni ’50 Yogi Berra, famoso per le sue battute iperboliche (un antesignano del nostro Trapattoni…), che riflette con un pizzico di non-sense il significato di reciprocita’ indiretta: “Io partecipo sempre al funerale di amici e conoscenti, altrimenti non verranno al mio…”

Paola Nardi