L’evoluzione di bocca buona

Un’azione semplice, come quello di masticare, racchiude uno degli strumenti che ha portato i mammiferi a sopravvivere nei periodi più avversi

“Mastica bene, perché la prima digestione avviene in bocca” è probabilmente una delle frasi più usate da mamme e nonne premurose di fronte ai voraci nipoti e figli, troppo frettolosi per perdere tempo nella masticazione. E se è vero che masticare a sufficienza il cibo prima di deglutirlo è di fondamentale importanza per una perfetta digestione, un’importanza insospettata quanto fondamentale lo ha (o almeno ha avuto) il modo in cui mastichiamo.

È quello che emerge da uno studio di David Grossnickle dell’Università di Chicago, un giovane ricercatore con una chiara domanda in testa: “Perché viviamo nell’era dei mammiferi e non in quella dei dinosauri?”. Ovvero: cosa ha permesso ai mammiferi di resistere e reagire ai grandi eventi che hanno portato alle estinzioni di altre specie (quali, appunto, i dinosauri), mantenendo, oltretutto, una notevole differenziazione tra le specie?

La riposta potremmo averla, se non proprio sulla punta della lingua, sicuramente nella nostra bocca. Quasi tutti i mammiferi, infatti, mostrano similitudini nelle strutture ossee e muscolare che permettono alla mandibola di eseguire dei movimenti in diverse direzioni. Questa versatilità di masticazione è ciò che ha consentito e consente tuttora alla nostra famiglia di seguire alimentazioni così differenti e variegate, che vanno dallo strappare pezzi di carne allo sminuzzare finemente piante e verdure.

Questa caratteristica, per i primi mammiferi, potrebbe aver rappresentato una cruciale risorsa per sopravvivere nei periodi più duri. Animali con una dieta molto specifica si trovano naturalmente in difficoltà, nel momento in cui le condizioni ambientali li privano del proprio cibo di riferimento, cosa che non accade a specie in grado, all’occorrenza, di consumare e assumere nutrimenti da diverse tipologie di alimento.

Grossnickle, con l’ausilio di immagini 2D dei fossili degli antichi mammiferi e ricostruzioni tridimensionali di esemplari moderni, ha analizzato la struttura dei denti e delle ossa e di come i muscoli che le controllano sono attaccati al cranio. In questo modo ha visto che, con il tempo, la nostra famiglia ha iniziato a sviluppare una sporgenza nei molari superiori che si inserisce in una corrispondente cavità negli omologhi inferiori. Al contempo, la muscolatura della mandibola si è modificata per fornire una maggiore torsione per i movimenti laterali. In questo modo è stato possibile cominciare a macinare il cibo tra i molari come fa un pestello in un mortaio e non solo a tagliarlo o pestarlo con semplici movimenti verticali.

Un trucco semplice, un apparentemente banale meccanismo, che però ha concesso ai nostri confamiliari quell’adattabilità e quella versatilità nei confronti di diverse tipologie di alimentazione così importanti quando si è trattato di sopravvivere agli ostili sconvolgimenti che hanno interessato il nostro pianeta nel corso della sua recente storia.

Fonte:
David M. Grossnickle. The evolutionary origin of jaw yaw in mammalsScientific Reports, 2017; 7: 45094 DOI: 10.1038/srep45094

Immagine: By Dohduhdah (Own work) [Public domain], via Wikimedia Commons