L’evoluzione e la salute del pianeta

Alcuni ricercatori del CNRS (Centro nazionale delle ricerche francese), guidati da Michael Hochberg dell’università di Montpellier e in collaborazione con scienziati dell’Imperial College di Londra e della University of Liverpool, hanno dimostrato che una conseguenza dell’evoluzione è l’aumento della biodiversità, con conseguente miglioramento nel funzionamento degli ecosistemi. Questi risultati, pubblicati su Nature (qui il report su Sciencedaily), assumono oggi particolare

Alcuni ricercatori del CNRS (Centro nazionale delle ricerche francese), guidati da Michael Hochberg dell’università di Montpellier e in collaborazione con scienziati dell’Imperial College di Londra e della University of Liverpool, hanno dimostrato che una conseguenza dell’evoluzione è l’aumento della biodiversità, con conseguente miglioramento nel funzionamento degli ecosistemi. Questi risultati, pubblicati su Nature (qui il report su Sciencedaily), assumono oggi particolare importanza: la costante diminuzione di biodiversità sul nostro pianeta deve essere presa in considerazione per capirne le possibili conseguenze sul funzionamento degli ecosistemi naturali.

Gli esperimenti condotti dai ricercatori del CNRS prevedevano la creazione di diversi microambienti, ciascuno dei quali contenente una diversa fonte di carbonio per renderli eterogenei tra loro. In ogni “microcosmo” veniva introdotto un esemplare del batterio Pseudomonas fluorescens, lasciato successivamente libero di evolvere per più di 500 generazioni. I ricercatori intervenivano anche sulle migrazioni dei batteri da un microcosmo ad un altro: la dispersione è infatti un fattore centrale nell’evoluzione, e il fatto che i batteri possano diversificarsi in un tempo molto breve li rende ideali come oggetti di studio. Al termine degli esperimenti, l’equipe ha dimostrato che i casi di dispersione intermedia (1% e 10% degli esemplari) avevano generato la massima diversità biologica e produttività ecologica.

Cosa significano, in termini pratici, questi risultati? Fondamentalmente suggeriscono che uno dei prodotti dell’evoluzione è l’aumento di complessità, e di conseguenza di funzionalità, degli ecosistemi. Questo processo è massimizzato nel caso in cui le risorse siano eterogenee e i singoli sistemi adeguatamente collegati. Purtroppo, non è questa la direzione verso cui stiamo andando oggi, a causa dell’aumento di omogeneità degli ecosistemi come risultato dell’attività antropica. Se analizzati in una prospettiva più ampia, questi risultati suggeriscono dunque che quel che stiamo facendo al pianeta potrebbe addirittura impedire la comparsa di nuove specie… con tutto il male che ne consegue sulla funzionalità degli ecosistemi.

Gabriele Ferrari

La foto di alcune colonie di Pseudomonas fluorescens proviene da questo sito, dell’Università dello stato di Washington.