L’evoluzione tra musulmani

Nei paesi musulmani la teoria dell’evoluzione è ancora poco accettata…

Non è una novità che le religioni, con le loro affermazioni assolute sul mondo, interferiscano sulla percezione che i fedeli hanno della scienza. La teoria ed il fatto dell’evoluzione biologica hanno sempre avuto un posto d’onore tra fraintendimenti e strumentalizzazioni. Finora gli appassionati di evoluzione hanno avuto sopratutto a che fare con reazioni da parte dei cristiani ma non bisogna dimenticarsi delle altre grandi religioni monoteiste tra cui l’Islam.

Il portavoce della situazione nei paesi musulmani è Salman Hameed, con un articolo di Science del 12 Dicembre. Un test statistico condotto in 6 paesi dal 1996 al 2003 (Kazakistan, Turchia, Indonesia, Pakistan, Malaysia, Egitto) ha confermato inquietanti presagi. Alla domanda “Sei d’accordo o in disaccordo con la teoria dell’evoluzione di Darwin?” si sono mostrati d’accordo in Indonesia il 16%, in  Pakistan il 14%, in Egitto l’8%, in Malaysia l’11%, e in Turchia il 22%, un paesaggio culturale non molto rassicurante, con un’eccezione. Nel Kazakistan, probabilmente data la sua storia peculiare, a parte rispetto agli altri paesi musulmani, quasi il 40% ritiene vera l’evoluzione biologica, mentre solo il 28% ritiene l’evoluzione falsa: una sorpresa rispetto al catastrofico 40% degli USA.

Tuttavia con la corsa mediorientale all’occidentalizzazione dei sistemi economici e commerciali, vengono trainati anche altri settori quali quello della scienza e della tecnologia. Il suggerimento di Hameed sarebbe quello di una graduale introduzione e presentazione della teoria dell’evoluzione biologica in associazione alle sue applicazioni e in completa dissociazione dall’ateismo. Se questa manovra di deriva dovesse funzionare i paesi musulmani, almeno i più liberali, dove vi siano già presupposti culturali favorevoli, potrebbero arrivare ad uno status quo tra credenza religiosa ed evoluzione biologica, se non altro, per interesse.

Tuttavia la situazione è per ora tutt’altro che favorevole: esiste un fronte creazionista influente e potente nei mezzi. Star di questo movimento è Harun Yahya, pseudonimo di Adnan Oktar, che nei primi mesi del 2007 ha pubblicato a sue spese il colorato e spesso (850 pagine) Atlas of Creation inviato gratuitamente a moltissimi biologi in tutto il mondo occidentale, cercando così di minare in modo “lussuoso” il pensiero evoluzionistico.

Certamente il creazionismo è la risposta più immediata del mondo musulmano (con alcune varianti, per esempio non sembra presente la concezione di una “terra giovane”), ma se la teoria dell’evoluzione penetrerà più profondamente nella cultura, entrando a far parte dell’educazione scolastica, è quasi certa l’estensione della guerra culturale che da decenni affligge i paesi occidentali. Si sta arrivando così ad una polarizzazione nella risposta delle religioni alla teoria dell’evoluzione, non molto differente però tra occidente ed Medio Oriente.

Ma a patti con i fatti, non si scende.


Riferimenti:
Salman Hameed, Bracing for Islamic Creationism. Science 12 December 2008: 1637-1638.