L’identikit dei primati più a rischio

Interessante report risultato di uno sforzo condiviso tra IUCN/SSC Primate Specialist Group (PSG), International Primatological Society (IPS), Conservation International (CI) e Bristol Conservation and Science Foundation (BCSF), che descrive le 25 specie di primati più a rischio di estinzione. Il resoconto si riferisce al triennio 2012-2014 e costituisce il secondo aggiornamento di ‘Primate in peril’, per la prima volta redatto

Interessante report risultato di uno sforzo condiviso tra IUCN/SSC Primate Specialist Group (PSG), International Primatological Society (IPS), Conservation International (CI) e Bristol Conservation and Science Foundation (BCSF), che descrive le 25 specie di primati più a rischio di estinzione.

Il resoconto si riferisce al triennio 2012-2014 e costituisce il secondo aggiornamento di ‘Primate in peril’, per la prima volta redatto nel 2008. La lista aggiornata comprende cinque specie africane, sei malgasce, nove asiatiche e cinque neotropicali. In termini di singoli paesi è il Madagascar in cima alla lista (con sei specie), tallonato da vicino da Vietnam (cinque specie), Indonesia (tre specie) e Brasile (due specie).

La maggior parte dei primati che compongono la lista ne erano già inclusi, mentre nove di essi sono state sostituite da nuove specie. Questo cambiamento, sottolineano gli autori, non è dovuto ad un considerevole miglioramento delle condizioni delle loro popolazioni naturali (eccetto per il caso del lemure Prolemur simus), anzi in alcuni è stato documentato un peggioramento (come in Varecia variegata): era necessario tuttavia focalizzare l’attenzione su altre realtà altrettanto in pericolo, e questo spiega l’inserimento per la prima volta nella lista di ben sette specie.

Segue una breve descrizione di tutte le specie, in cui vengono documentati gli areali di distribuzione noti, un breve compendio della biologia e delle stime sull’abbondanza della popolazione eseguite negli ultimi anni, per chiudere con le minacce che ne stanno compromettendo la sopravvivenza. Qui l’intero report.

Andrea Romano

Foto di Andrea Romano