L’impronta indelebile dell’uomo

Che l’uomo abbia drasticamente cambiato il pianeta Terra è lampante e noto. Sempre più studi, tuttavia, sembrano confermare che l’intensa attività antropica stia lasciando un segno permanente nella struttura terrestre, dando vita – a tutti gli effetti – ad una nuova epoca geologica

I segni della presenza dell’uomo sulla Terra sono indubbiamente numerosi ed è fuori discussione il fatto che le conseguenze di alcuni interventi antropici in diversi ecosistemi perdureranno a lungo nel tempo (Pikaia ne ha parlato, ad esempio, qui). Quello che ancora è una teoria, anche se supportata da un numero di studi sempre crescenti, molti dei quali sono stati riassunti e razionalizzati da un gruppo internazionale guidato dal Jan Zalasiewicz dell’università di Leicester, è che la traccia dell’uomo sia ormai impressa inesorabilmente nel pianeta stesso. I risultati sono stati pubblicati su Science.

È già da qualche decennio che si parla di Antropocene per indicare l’attuale periodo storico, in cui la già radicata presenza dell’uomo sulla Terra ha iniziato a modificarne gli equilibri. Questo periodo, il cui inizio viene identificato in diversi momenti a seconda delle varie scuole di pensiero, è stato caratterizzato dall’aumento della popolazione globale, dall’alta produzione di emissioni e rifiuti e dal conseguente incremento – nell’atmosfera e sulla superficie terrestre – della concentrazione di materiali quali alluminio, cemento, plastiche, ceneri e radionuclidi provenienti dai fallout dei test nucleari. Al contempo, si è intensificata la deforestazione e si sono registrati un aumento dell’emissione di gas serra, un’accentuata variazione della temperatura globale e un numero di migrazioni trans-continentali di specie senza precedenti.

Tutti questi fattori potrebbero star marcando la superficie terrestre in modo significativo, al punto da rendere l’Antropocene non solo un periodo storico, ma un’epoca geologica a tutti gli effetti. Le polveri sottili derivanti dall’inquinamento, i materiali di origine antropica dispersi nell’atmosfera e nelle acque e le scorie nucleari prodotte dagli esperimenti atomici nelle varie zone del mondo si starebbero rapidamente accumulando nei sedimenti di laghi e mari e nei ghiacci. In questo modo, andrebbero a formare uno strato nella litosfera ben definito e distinto da quelli della precedente epoca geologica, l’Olocene, cominciata circa 11.700 anni fa, al termine delle ultime fasi glaciali.

Sono molti gli studi in corso per capire se e come tutto ciò stia davvero avvenendo, ma le conferme aumentano e la possibilità di trovarci all’inizio di una nuova epoca geologica sono sempre maggiori. Successive prove aiuteranno a capire se questo nuovo periodo debba essere formalizzato e, nel caso, come debba essere definito e caratterizzato.

Riferimenti:
Waters et al. The Anthropocene is functionally and stratigraphically distinct from the Holocene. Science, 2016: 351 (6269) DOI: 10.1126/science.aad2622

Immagine: By Data courtesy Marc Imhoff of NASA GSFC and Christopher Elvidge of NOAA NGDC. Image by Craig Mayhew and Robert Simmon, NASA GSFC. [Public domain or Public domain], via Wikimedia Commons