L’origine dell’ecolocalizzazione nei cetacei

Un recente ritrovamento fossile aiuta a ricostruire quando si originò l’ecolocalizzazione nei cetacei odontoceti

Un nuovo fossile descritto sull’ultimo numero di Nature fornisce importanti informazioni sull’evoluzione dell’ecolocalizzazione, tipica dei cetacei odontoceti, ovvero i cetacei dotati di veri e propri denti, come delfini, orche e capodogli. Rispetto ai misticeti, ovvero balene e balenottere, i cetacei dentati sono infatti in grado di ecolocalizzare: come i pipistrelli, gli odontoceti riescono a percepire il mondo circostante mediante l’emissione di suoni nell’ambiente e la successiva captazione degli echi di rimbalzo quando questi incontrano un ostacolo fisico. Grazie a questa tecnica, questi mammiferi marini sono in grado di identificare la direzione e la distanza di tutti gli oggetti presenti in acqua, tra cui le possibili prede, e orientarsi anche al buio o in acque torbide in cerca di cibo.
Tutti gli attuali odontoceti, di acqua salata e dolce, sembrano in grado di ecolocalizzare. Tuttavia non è ancora chiaro quando gli antenati comuni alle odierne specie acquisirono una tale capacità. Un comportamento così complesso è stato possibile solo in seguito a una lunga serie di modifiche anatomiche e l’origine di diverse novità evolutive. La produzione dei suoni è infatti possibile solo grazie al passaggio dell’aria dalle ossa delle narici attraverso le labbra foniche, una vera e propria innovazione adattativa. Allo stesso modo, un’altra struttura unica di questi animali è il melone, un organo lipidico situato nel cranio e adibito all’indirizzamento e alla ricezione dei suoni.
Le più antiche testimonianze fossili di organismi con caratteristiche anatomiche compatibili con l’ecolocalizzazione sono state rinvenute in Squalodon, specie vissuta tra 33 e 14 milioni di anni fa, ma un nuovo ritrovamento fossile retrodata la comparsa di questo comportamento. La nuova specie, denominata Cotylocara macei (gen. et sp. nov.), visse intorno a 28 milioni di anni fa e diverse caratteristiche anatomiche del suo cranio suggeriscono che era in grado di praticare una rudimentale forma di ecolocalizzazione.
Con in mano i dati morfometrici di Cotylocara e combinandoli con quelli di altre specie estinte e tuttora esistenti, i ricercatori hanno realizzato un approfondito albero filogenetico degli odontoceti, mostrando che la famiglia a cui appartiene questa specie si separò dagli altri almeno 32 milioni di anni or sono. Dalle medesime analisi emerge inoltre che la capacità di ecolocalizzare si originò in tempi ancora precedenti, tra 35 e 32 milioni di anni fa, all’inizio dell’Oligocene. Fu proprio in questo periodo che la linea evolutiva degli odontoceti si separò da quella dei misticeti, indicando che l’ecolocalizzazione ha da sempre contraddistinto questo gruppo di cetacei.
Andrea Romano
Crediti immagine: Robert Pittman, Wikimedia Commons