Luuuuuuuuuungo

Anaconde? Minuscole. Brontosauri? Dei Nani. Balenottere azzurre? Mignon. L’animale più lungo del mondo (mi riferisco solo ad una dimensione ovviamente, la lunghezza cefalo-caudale) è un verme, che può essere lungo fino a cinquantacinque (dico 55) metri in piena estensione! La larghezza tuttavia raggiunge al massimo un centimetro, e lo spessore è di pochi millimetri. Il “vermetto” in questione, per la

Anaconde? Minuscole. Brontosauri? Dei Nani. Balenottere azzurre? Mignon. L’animale più lungo del mondo (mi riferisco solo ad una dimensione ovviamente, la lunghezza cefalo-caudale) è un verme, che può essere lungo fino a cinquantacinque (dico 55) metri in piena estensione! La larghezza tuttavia raggiunge al massimo un centimetro, e lo spessore è di pochi millimetri.

Il “vermetto” in questione, per la precisione, è un verme marino a sezione ovale della famiglia dei nemertini nominato Lineus longissimus. Il nome di questo clade viene da Nemertes, una delle Nereidi (ninfe marine) della mitologia greca che significa “l’infallibile”, e si riferisce all’infallibile mira della proboscide di questi vermi.

Il corpo dei nemertini è nastriforme e scivola lentamente sul sedimento marino (non sanno nuotare), grazie alla propulsione dovuta al battito di milioni di microscopiche ciglia presenti sulla superficie corporea. Si nutrono di animali più piccoli, come gli anellidi, e sono dei predatori infallibili: quando la preda è stata individuata, una lunga proboscide viene eversa (cioè si rivolta come un calzino da dentro a fuori) da un fodero chiamato “rincocele”. La proboscide, viscida e appiccicosa, è così lunga che si avvolge facendo parecchi giri intorno alla preda. Come se non bastasse, sulla punta della proboscide c’è di solito (ma non in L. longissimus!) uno stiletto, un uncino che durante l’avvolgimento ripetutamente “pugnala” la vittima. Lo stiletto è avvelenato: secerne infatti una secrezione tossica a base di tetrodotossina, lo stesso letale veleno dei pesce palla che uccide gli appassionati di sushi.

Il Lineus longissimus, a differenza di altri nemertini che possono avere colori brillanti, è marrone con delle strisce beige che percorrono tutta la lunghezza del corpo. Vive in acque fredde poco profonde lungo le coste atlantiche dell’Europa; in particolare è molto diffuso in Inghilterra, dove rappresenta il nemertino più comune, con una lunghezza media sui 10 metri.

Il corpo è costituito da un’epidermide ciliata e ricca di ghiandole, da connettivo e da due strati di muscoli. All’interno c’è il tubo digerente e al di sopra di questo il quasi altrettanto lungo rincocele. Come già accennato, la proboscide di L. longissimus manca di stiletto e al posto di questo ci sono estensioni filamentose super-appiccicose per meglio catturare la preda, che viene ingerita intera quando la proboscide si ritrae. Quando viene maneggiato, il Lineus longissimus produce una abbondante quantità di un muco denso e dall’odore acido. Carrol et al. (2003) hanno dimostrato che il muco, così come i tessuti di questo nemertino, contengono tetrodotossina, anche se lo stiletto è assente. E’ quindi possibile che il veleno venga usato solo come deterrente contro i predatori in questa specie che ha una proboscide lunga diversi metri (immagino che la preda non abbia speranze di scappare, quindi inutile sprecare veleno).

Il veleno non viene prodotto in prima persona dai nemertini ma da un batterio simbionte. Questo batterio è, curiosamente, un vibrione, lo stesso tipo di batterio che causa il colera. La specia associata ai nemertini è, però, Vibrio alginolyticus e non Vibrio colerae.

Nota di colore. I nemertini sono il “primo” phylum (il più semplice) in cui compare un tubo digerente completo, dotato di una bocca e di un ano.

Tratto da L’orologiaio miope, il blog di Lisa Signorile

Referenze:

Adriaan Gittenberger & Cor Schipper (2007) Long live Linnaeus, Lineus longissimus (Gunnerus, 1770) (Vermes: Nemertea: Anopla: Heteronemertea: Lineidae), the longest animal worldwide and its relatives occurring in The Netherlands.Online source: http://dpc.uba.uva.nl/cgi/t/text/get-pdf?idno=m8201a07;c=zoomed

Stuart Carroll, Eric G. McEvoy, Ray Gibson (2003) The production of tetrodotoxin-like substances by nemertean worms in conjunction with bacteria. Journal of Experimental Marine Biology and Ecology 288 (2003) 51– 63

L’immagine è tratta da qui