Mangiando come un colibrì

Uno studio canadese svela il segreto del singolare ed efficiente metabolismo dei colibrì, che rende possibile le loro prodezze aeree

Difficile non restare affascinati nel vedere un colibrì restare immobile a mezz’aria oppure volare all’indietro. Le prodezze che questi piccoli uccelli possono compiere sono dovute all’eccezionale mobilità delle ali, in grado di muoversi in tutte le direzioni, e alla frequenza del loro battito, che varia dai 10 agli 80 battiti al secondo, a seconda della specie. Simili caratteristiche fisiche richiedono però un prezzo da pagare: si stima che, durante il volo, i colibrì abbiano un consumo di energia fra i più alti di tutti i vertebrati, paragonabile a quello di un uomo, ma moltiplicato per trenta.
Per compensare queste richieste energetiche non è sufficiente lo stato di torpore nel quale i colibrì entrano durante la notte o, in generale, quando non sono direttamente impegnati nella ricerca del cibo. È anche necessario un metabolismo altamente efficiente, il cui segreto era però ancora sconosciuto prima che Chris Chen e Kenneth Welch, dell’università di Toronto, pubblicassero su Functional Ecology  i risultati di un loro studio condotto sul colibrì golarubino (Archilochus colubris).
I due ricercatori hanno nutrito i colibrì con soluzioni separate di glucosio e fruttosio – i due zuccheri che costituiscono la maggior parte della dieta di questi piccoli uccelli, quasi interamente basata sul nettare dei fiori – ricche di Carbonio 13, grazie al quale hanno poi potuto misurare l’effettivo consumo degli zuccheri in base ai campioni di aria esalata dagli animali. 
Hanno così scoperto che i colibrì sono in grado di ossidare direttamente gli zuccheri appena ingeriti, senza doverli prima convertire in grassi. Ciò consente loro un’assimilazione molto più rapida dell’energia ottenuta col cibo e un risparmio sul costo energetico della conversione in grassi. Ma c’è di più. Gli esperimenti di Chen e Welch hanno anche rivelato che i colibrì dispongono di un’altra capacità fuori dal comune: essi possono infatti sfruttare, con la stessa efficienza, tanto il glucosio quanto il fruttosio, diversamente dalla maggior parte degli altri animali.
Dallo studio canadese emerge dunque un quadro affascinante, dove il comportamento, la specializzazione della dieta e un adattamento metabolico hanno contribuito a rendere possibile un’unicità evolutiva come il volo del colibrì.
Michele Bellone
Riferimenti:
Chris Chin Wah Chen, Kenneth Collins Welch. Hummingbirds can fuel expensive hovering flight completely with either exogenous glucose or fructose. Functional Ecology, 2013; DOI: 10.1111/1365-2435.12202
Crediti immagine: Andrea Romano